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Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

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Il teatro ottocentesco: attori, drammaturghi, librettisti e plagiari<br />

semplicità del Ducchio. Mme Barret ha detto: «Il faut que nous changions complètement<br />

notre manière de jouer. C’est à recommencer».<br />

Insomma è stato una rivelazione e al tempo stesso una rivoluzione. La Duse con la<br />

sua influenza ha reso gli attori francesi modesti – e lei non lo sarà più. Parigi ha tardato<br />

a svuotarsi per la Duse. Ora che lei parte si potrà pensare a partire. 117<br />

Sulle <strong>di</strong>fferenti tecniche <strong>di</strong> recitazione e sui rispettivi impatti sul pubblico<br />

<strong>di</strong> Eleonora Duse e Sarah Bernhardt, il drammaturgo irlandese George Bernard<br />

Shaw aveva scritto un interessante saggio, pubblicato su «The Saturday Review»<br />

(poi raccolto nei suoi Essays on theatre) il 15 giugno 1895, mettendo a<br />

confronto le interpretazioni <strong>di</strong> entrambe nel ruolo <strong>di</strong> Margherita Gautier nel<br />

dramma <strong>di</strong> Dumas La Dame aux camelias: da un lato egli raffigura l’attrice<br />

francese, inverosimile ed inumana, con i suoi gioielli luccicanti, i costumi preziosi<br />

ed i ricercatissimi trucchi scenici che la fanno apparire alla stregua <strong>di</strong> un<br />

quadro degno dei pittori dell’epoca, dall’altro la <strong>di</strong>va italiana, che invece scopre<br />

e si vale <strong>di</strong> tutte le sue debolezze, che lascia contare allo spettatore tutte le rughe<br />

che il tempo e le privazioni le hanno impresso sul volto; se Sarah Bernhardt<br />

si avvale un modo <strong>di</strong> recitare egocentrico perché basato sull’arte <strong>di</strong> costringere<br />

il pubblico ad ammirarla, a compassionarla ed a pro<strong>di</strong>garle applausi appena calato<br />

il sipario, ricorrendo ad una serie <strong>di</strong> pose e <strong>di</strong> giochi mimici che facilmente<br />

potrebbe essere messa a catalogo, Eleonora Duse, d’altro canto, regala l’illusione<br />

<strong>di</strong> essere inesauribile nella molteplicità delle sue bellissime pose e dei<br />

suoi atteggiamenti che le rendono possibile fare in modo che ogni nuova parte<br />

<strong>di</strong>venti una nuova creazione. 118<br />

Certamente <strong>Luigi</strong> <strong>Gualdo</strong> ammirava le bellezza e la bravura dell’interprete<br />

francese, alla quale infatti aveva de<strong>di</strong>cato un componimento poetico ed il cui<br />

nome menzionava spesso nei suoi epistolari, ma la sincera approvazione che egli<br />

mostra per l’arte della Duse, al <strong>di</strong> fuori della tenera amicizia che a lei lo legava,<br />

doveva essere <strong>di</strong> gran lunga maggiore. Il sapiente uso che l’attrice faceva<br />

delle mani e delle braccia, il senso <strong>di</strong> eccitazione nervosa dato alle sue interpretazioni<br />

ed il processo <strong>di</strong> intellettualizzazione cui essa sottoponeva ogni copione<br />

sul quale era chiamata ad esibirsi, sono stati considerati dalla moderna critica<br />

117<br />

P. DE MONTERA, <strong>Luigi</strong> <strong>Gualdo</strong>, cit., pp. 307-308, rist. in G. SPAGNOLETTI, Dalla<br />

galleria <strong>di</strong> Milano…, cit., p. 41.<br />

118<br />

G. BERNARD SHAW, Duse and Bernhardt, in Plays & Players. Essays on theatre, selected<br />

with an introduction by A. C. Ward, London - New York - Toronto, Oxford University<br />

Press, 1952, pp. 33-40.<br />

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