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Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

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L’analisi delle “nuove formole” del romanzo francese<br />

Nell’approcciarsi all'opera <strong>di</strong> Zola (così come poi farà con Jules Vallès, per<br />

il quale scriverà la prefazione ai Réfractaires) e nel commentala presentandola<br />

al pubblico peninsulare, Cameroni manifesta apertamente le sue preoccupazioni<br />

<strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne politico e letterario, senza affatto celare il desiderio <strong>di</strong> voler “in<strong>di</strong>quer<br />

aux intellectuels italiens le chemin d'un engagement politique” proprio attraverso<br />

gli incarichi <strong>di</strong> <strong>di</strong>vulgatore e recensore letterario. 338 Tuttavia, è in questo<br />

stesso forte impegno ideologico che risiede il limite del critico che, per quanto<br />

fine lettore, sottovalutando l'importanza della <strong>di</strong>mensione scientifica e positiva<br />

attribuita da Zola al proprio lavoro (così come sarà in grado <strong>di</strong> fornire un'ottima<br />

interpretazione sociologica dei Malavoglia senza però comprendere “la loro<br />

<strong>di</strong>mensione formale”, che al contrario <strong>Gualdo</strong> perfettamente colse) 339 preferì<br />

sempre puntare – professando la propria fede materialistica – “sull’aspetto della<br />

provocazione politica e morale anziché su quello scientifico”, 340 facendo della<br />

sua lunga ed infaticabile opera <strong>di</strong> recensore un'ininterrotta battaglia <strong>di</strong> idee che<br />

egli condurrà con estrema coerenza sino alla fine dei suoi giorni. Tuttavia sarà<br />

tale eccesso <strong>di</strong> coerenza a rendere, a partire dal 1880 (ovvero con l’avvio della<br />

crisi del naturalismo in Francia), quel che un tempo era stato il pioniere Cameroni,<br />

un critico anacronistico ed attardato: “Povero e buon F. C.! è rimasto sempre<br />

colle sue pratiche zoliane!”, 341 scriverà nel suo necrologio l'amico Lucini<br />

sulle pagine de «La Voce», dove, tra ricor<strong>di</strong> e confidenze cariche d'affetto, emergono<br />

senza mezzi termini anche alcuni rimproveri per l'articolista milanese<br />

ed in primis l'accusa per il suo rigetto ad oltranza della trionfante invasione<br />

simbolica, conseguenza <strong>di</strong>retta <strong>di</strong> un'ostinazione (“F. C. incominciò a vivere,<br />

visse e morì in una costanza <strong>di</strong> opinioni e <strong>di</strong> aspetti ammirevoli ma ostinati”) 342<br />

che condusse Cameroni, a detta <strong>di</strong> Lucini, ad essere il peggior nemico intellettuale<br />

<strong>di</strong> se stesso, 343 poiché non gli consentì <strong>di</strong> comprendere che “rinnovarsi significava<br />

far qualche cosa <strong>di</strong> <strong>di</strong>verso e <strong>di</strong> migliore, appunto perché <strong>di</strong>verso”. 344<br />

volume forma parte della storia naturale e sociale <strong>di</strong> una famiglia sotto il secondo impero, un<br />

capolavoro realista, degno <strong>di</strong> continuare la Comme<strong>di</strong>a Umana <strong>di</strong> Balzac”.<br />

338<br />

S. DISEGNI, Felice Cameroni: un critique milanais face aux Réfractaires, in «Autour<br />

de Vallès. Revue de lectures et d'études vallésiennes», n. 32, décembre 2002, p. 162.<br />

339<br />

C. A. MADRIGNANI, Il ra<strong>di</strong>calismo critico <strong>di</strong> Felice Cameroni, cit., p. 574.<br />

340<br />

Ivi, p. 574.<br />

341<br />

G. P. LUCINI, Felice Cameroni (ricor<strong>di</strong> e confidenze), cit., p. 995.<br />

342 Ibidem.<br />

343 Ivi, p. 996.<br />

344 Ivi, p. 995.<br />

381

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