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Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

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L’analisi delle “nuove formole” del romanzo francese<br />

Dati i rapporti esistenti tra i due autori, non è da escludersi che <strong>Gualdo</strong> abbia<br />

potuto visionare le bozze preparatorie anche del Rêve, che abbia potuto parlare<br />

del testo <strong>di</strong>rettamente con il romanziere, o che entrambi gli scrittori abbiano<br />

affrontato i su citati argomenti per corrispondenza; tuttavia la mancanza <strong>di</strong><br />

prove o testimonianze a tale riguardo non permette <strong>di</strong> formulare ipotesi, ma solo<br />

mere congetture che nulla tolgono – anzi al contrario rafforzano – all'acume<br />

critico del giornalista cisalpino. Se pure non si fosse mai realizzata una qualsiasi<br />

delle con<strong>di</strong>zioni suddette, l'acutezza dello stu<strong>di</strong>o (e dell'analisi) gual<strong>di</strong>ano relativo<br />

a Zola e alla sua opera, in aperto contrasto con tanti giu<strong>di</strong>zi coevi, consente<br />

<strong>di</strong> cogliere alla perfezione la sintonia del parere del critico italiano con gli<br />

intenti dell'autore del Rêve, largamente anticipando, inoltre, le posizioni <strong>di</strong> molta<br />

(importante e decisiva) critica novecentesca.<br />

<strong>Gualdo</strong> ammira con intensità Zola; dalle sue parole si evince il genuino entusiasmo<br />

e l’apprezzamento per il libro che egli si sta accingendo a recensire,<br />

contribuendone alla <strong>di</strong>vulgazione ed alla <strong>di</strong>ffusione. C’è un passaggio, in particolare,<br />

che <strong>di</strong>mostra la sua profonda stima per romanzo e romanziere, la sincerità<br />

che muove la sua penna, il desiderio <strong>di</strong> spingere il pubblico italiano ad intraprendere<br />

una simile lettura: si tratta dell’incipit della seconda parte del compte<br />

rendu, allorquando, terminata la dettagliatissima sintesi della trama del Rêve,<br />

l’articolista è sul punto <strong>di</strong> introdurre il vero fulcro del proprio <strong>di</strong>scorso:<br />

In questo rapido, imperfetto riassunto, fin qui, del romanzo, speriamo aver lasciato<br />

intravedere il sommo magistero dell'autore, la suprema bellezza <strong>di</strong> linee <strong>di</strong> codesto racconto,<br />

innalzantesi così armonioso e simmetrico in pieno ideale, appoggiato al tempo<br />

stesso sopra solide fondamenta della realtà. Seguirlo più oltre <strong>di</strong>venta più <strong>di</strong>fficile ancora.<br />

L'autore si lascia trasportare, uscendo dalla vita comune, ad una suprema altezza,<br />

fuori dalla realtà quoti<strong>di</strong>ana, in una realtà mistica ed eterna, fino a toccare gli estremi<br />

confini del possibile, e nel possibile soffio che lo sospinge, estolle con sé il lettore. 291<br />

Terminata l’apoteosi dell’opera, <strong>di</strong> cui ancora una volta viene sottolineato<br />

il carattere <strong>di</strong> eccezionalità, <strong>Gualdo</strong> torna ad Angélique, allo spirito <strong>di</strong> rivolta<br />

che alternativamente risorge in lei, alle forze che le ritornano in nome del suo<br />

orgoglio, del suo amore e della sua passione che, sul finire del volume, “troppo<br />

a lungo compressa, trionfa e giganteggia”. 292 Quest’osservazione, <strong>di</strong> certo inte-<br />

291 ID., L'ultimo romanzo <strong>di</strong> Zola. Le Rêve (<strong>II</strong> ed ultimo), cit.<br />

292 Ibidem.<br />

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