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Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

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L’analisi delle “nuove formole” del romanzo francese<br />

lettere del suo carteggio –, pre<strong>di</strong>lige in prima persona l’Inghilterra e la Francia,<br />

dal canto suo Paul Bourget, mutatis mutan<strong>di</strong>s:<br />

[…] ama specialmente l’Italia e l’Inghilterra, la prima perché è… l’Italia, la seconda<br />

perché egli armonizza assai con il sibarismo speciale <strong>di</strong> quelli epicurei igienisti<br />

che sono gl’Inglesi, <strong>di</strong> cui ammira le qualità solide ed il raffinamento intellettuale, la<br />

vita tanto sapientemente ben combinata – mentre il loro paese offre un interesse sempre<br />

crescente per le gran<strong>di</strong> e lente mo<strong>di</strong>ficazioni che subisce ora in maniera speciale e<br />

colorita decadenza dei costumi. 470<br />

Così come Bourget, <strong>Gualdo</strong> adorava l’Inghilterra: in questo paese aveva<br />

trascorso una parte della sua infanzia durante gli anni dell’esilio paterno, quando<br />

forse, come ipotizza Pierre de Montera, aveva frequentato per un breve periodo<br />

uno dei collegi inglesi più noti e raffinati, quello <strong>di</strong> Eton. In seguito, per<br />

perfezionare la conoscenza acquisita dell’inglese, i genitori avevano deciso <strong>di</strong><br />

dare al ragazzo un precettore madrelingua, John Danton Storey, che il giovane<br />

<strong>Gualdo</strong> trovava “assai severo, ma simpatico”. Ma, più dell’Inghilterra, egli<br />

ammirava gli autori <strong>di</strong> lingua inglese: sappiamo della conoscenza <strong>di</strong>retta dell’americano<br />

Henry James – su cui torneremo – e della grande influenza esercitata<br />

da Swinburne (con il quale si può soltanto teorizzare una conoscenza personale,<br />

dal momento che entrambi collaborarono a Le Tombeau in onore <strong>di</strong><br />

Théophile Gautier), 471 messa in evidenza da Marziano Guglielminetti, sulle Nostalgie<br />

gual<strong>di</strong>ane. 472 A tal proposito, inoltre, non va <strong>di</strong>menticata la lunga novella<br />

del 1868, Il viaggio del Duca Giorgio, 473 in cui <strong>Gualdo</strong> descrive dettagliatamente<br />

i costumi e le abitu<strong>di</strong>ni tipicamente anglosassoni, i mobili e gli oggetti<br />

dell’antiquariato inglese con una precisione consentita senza dubbio dalla sua<br />

conoscenza <strong>di</strong>retta <strong>di</strong> quel mondo, oltre che da una certa pre<strong>di</strong>lezione <strong>di</strong> gusto.<br />

Anche quello <strong>di</strong> Bourget per l’Inghilterra e per la sua letteratura era stato<br />

un interesse assai precoce: compiuto un severo corso <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> dopo essere uscito<br />

470 ID., Paolo Bourget, cit., p. 407.<br />

471 AA. VV., Tombeau de Théophile Gautier, Paris, Lemerre, 1873. Tra coloro che omaggiarono<br />

il ‘Grande Théo’ in questa raccolta <strong>di</strong> componimenti in suo onore vanno ricordati, oltre<br />

a <strong>Gualdo</strong> e Swinburne, Victor Hugo, Coppée, Here<strong>di</strong>a, Mallarmé, Mendès, Cazalis, Marc Monnier,<br />

Payne e Sully Prudhomme.<br />

472 Cfr. M. GUGLIELMINETTI, «Le Nostalgie» <strong>di</strong> <strong>Luigi</strong> <strong>Gualdo</strong>, cit., pp. 279-295. In particolare,<br />

sulla suggestione <strong>di</strong> Swinburne nella ritrattistica femminile all’interno delle poesie <strong>di</strong><br />

<strong>Gualdo</strong>, si vedano le pp. 284-288.<br />

473 L. GUALDO, Il viaggio del Duca Giorgio, in Romanzi e Novelle, cit., pp. 63-118.<br />

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