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Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

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Tra carteggi e recensioni: <strong>Gualdo</strong> e i romanzieri italiani<br />

no le intenzioni dell’autore) come, nei tre testi, il car<strong>di</strong>ne del <strong>di</strong>scorso sia costituito<br />

dalla “influenza deleteria della donna su la volontà e sul carattere dell’uomo<br />

nella società contemporanea”, conclusione alla quale il libro <strong>di</strong> <strong>Gualdo</strong><br />

conduce “con maggiore intensità <strong>di</strong> impressioni” rispetto agli altri due. 168<br />

Nonostante tale presupposto <strong>di</strong> fondo, espresso nell’avvio del saggio, lasci<br />

perplessi quanto ad un’effettiva comprensione a trecentosessanta gra<strong>di</strong> della <strong>di</strong>namica<br />

che muove soprattutto il romanzo Decadenza, Capuana, nel corso della<br />

sua analisi, <strong>di</strong>mostra <strong>di</strong> avere intuizioni estremamente lungimiranti, come quando<br />

sostiene che dalle tre opere in esame emerge con forza, da parte dei loro autori,<br />

un “grido d’allarme” che tenta <strong>di</strong> non morire inascoltato quasi fosse una<br />

vox clamantis in deserto, 169 anticipando così <strong>di</strong> oltre sessant’anni un’opinione<br />

che Eugenio Montale esprimerà proprio a proposito del piccolo capolavoro<br />

gual<strong>di</strong>ano paragonandolo a Una vita <strong>di</strong> Svevo. 170 Le tre storie narrate in Senio,<br />

L’automa e Decadenza, infatti, sono portatrici <strong>di</strong> una carica altamente novecentesca<br />

ed i loro protagonisti si configurano a pieno titolo come i padri spirituali<br />

<strong>di</strong> tanti personaggi pirandelliani e sveviani: l’Attilio Valda <strong>di</strong> Butti, il Senio <strong>di</strong><br />

Neera e il Paolo Renal<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>Gualdo</strong> vestono rispettivamente i panni <strong>di</strong> un fiacco<br />

pittore-scrittore-musicista che “intravede la concezione, ma non arriva mai a<br />

concretarla”, 171 <strong>di</strong> un uomo <strong>di</strong> origini conta<strong>di</strong>ne al quale “basta un incidente insignificantissimo<br />

perché egli si lasci avvolgere”, 172 <strong>di</strong> un parlamentare ambizioso,<br />

infine, che “precipita verso la catastrofe della più profonda abiezione”. 173<br />

Dalle espressioni usate da Capuana è evidente che egli abbia intuito che si<br />

tratti <strong>di</strong> tre inetti che si lasciano consumare dalle vicende della vita senza prendere<br />

alcuna iniziativa; nei loro destini si manifesta, per usare le stesse parole <strong>di</strong><br />

cui si serve il critico, “l’esaurimento umano contemporaneo e la nostra immensa<br />

miseria spirituale”. 174 Con questa trilogia <strong>di</strong> romanzi siamo già, dunque, in<br />

pieno Novecento, secolo al cui effettivo raggiungimento si frappone ancora un<br />

solo ostacolo che accomuna tutti e tre i romanzieri in esame, vincolandoli ancora<br />

a quell’Ottocento cui pur sempre appartengono: la <strong>di</strong>gnità <strong>di</strong> artisti che spe-<br />

168<br />

L. CAPUANA, Tre romanzi…, cit., p. 114.<br />

169<br />

Ivi, p. 129.<br />

170<br />

E. MONTALE, <strong>Luigi</strong> <strong>Gualdo</strong>, in «Il Corriere della Sera», 27 aprile 1960, p. 3.<br />

171 L. CAPUANA, Tre romanzi…, cit., p. 115.<br />

172 Ivi, p. 116.<br />

173 Ivi, p. 119.<br />

174 Ivi, p. 123.<br />

151

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