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Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

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L’esperienza cosmopolita del passeur culturel<br />

dell’area centrale del vecchio continente con la loro storia, i musei, le gallerie,<br />

le cattedrali e soprattutto le loro popolazioni multiculturali.<br />

Spostamenti in treno, in <strong>di</strong>ligenza, in barca e a pie<strong>di</strong> fanno da contorno a<br />

fortuiti incontri con baldanzose donne teutoniche, strampalati uomini d’affari a<br />

riposo, artisti britannici ed allegri irlandesi, compagni <strong>di</strong> viaggio <strong>di</strong> cui l’adolescente<br />

<strong>Gualdo</strong> annota <strong>di</strong>scorsi, vicende, racconti e leggende e con i quali egli<br />

conversa amabilmente, in qualsivoglia lingua. Dagli appunti scolastici della<br />

medesima epoca, infatti, si evince che il ragazzo dovesse già possedere un’ottima<br />

padronanza dell’inglese, del tedesco e, naturalmente, del francese, i<strong>di</strong>omi ai<br />

quali si aggiungerà qualche anno più tar<strong>di</strong> – come si legge nel carteggio con<br />

Vittoria Cima – almeno lo spagnolo. 28 Il poliglottismo è una caratteristica <strong>di</strong><br />

<strong>Gualdo</strong> che viene spesso riba<strong>di</strong>ta dai suoi contemporanei, insistendo tuttavia, <strong>di</strong><br />

norma, in maniera particolare soltanto sulla sua abilità <strong>di</strong> esprimersi in francese<br />

al pari <strong>di</strong> un madrelingua – “il a deux langues à son service” vien detto, ad esempio,<br />

sulla Revue Suisse in un articolo de<strong>di</strong>cato al “romancier franco-italien”.<br />

29 Le sue competenze, ad ogni modo, erano molto più vaste <strong>di</strong> quanto si<br />

fosse soliti affermare e includevano non solo l’eccezionale abilità <strong>di</strong> esprimersi<br />

in molteplici lingue, ma anche l’incre<strong>di</strong>bile capacità <strong>di</strong> servirsene nel più affascinante<br />

e coinvolgente dei mo<strong>di</strong>.<br />

In una biografia lon<strong>di</strong>nese de<strong>di</strong>cata a Giuseppe Ver<strong>di</strong> e all’Otello da lui<br />

musicato è conservato un finora ignorato ritratto <strong>di</strong> <strong>Luigi</strong> <strong>Gualdo</strong>, incentrato<br />

non tanto sulla sua carriera letteraria, bensì proprio sulle sue attitu<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> ‘uomo<br />

<strong>di</strong> mondo’. Blanche Roosevelt – la cronista che immortala nel suo volume i volti<br />

<strong>di</strong> alcuni presenti il 5 febbraio 1887 alla prima rappresentazione dell’opera<br />

ver<strong>di</strong>ana alla Scala – non si limita, <strong>di</strong>fatti, a ricordare quanto l’italiano fosse devotissimo<br />

amico <strong>di</strong> tutti i più gran<strong>di</strong> scrittori dell’epoca, né si arresta dopo aver<br />

menzionato la sua produzione narrativa bilingue; essa, al contrario, si sofferma<br />

sulle innumerables languages in cui <strong>Gualdo</strong> si esprimeva (includendo nell’elenco<br />

anche il russo) con una tale padronanza da far ritenere impossibile a qualsiasi<br />

forestiero che egli fosse uno straniero; 30 sul suo social stan<strong>di</strong>ng, delimitato<br />

28<br />

Fondo Vittoria Cima, c.3 b.40(5). Lettera datata “Biarritz, 3 agosto ’69” in cui <strong>Gualdo</strong><br />

afferma: “Sapete che intanto incomincio a parlar spagnuolo come fosse niente?”.<br />

29<br />

––, Chronique Italienne (Un romancier franco-italien, M. <strong>Luigi</strong> <strong>Gualdo</strong>), in «Bibliothèque<br />

Universelle et Revue Suisse», a. LXXX<strong>II</strong>, t. LX, 1887, p. 713.<br />

30<br />

Una vera eccezione che convalida la regola, giacché la biografa afferma: “I always<br />

thought that people could only write well in the tongue in which they had lisped, and this I<br />

12

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