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Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

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I Poeti d’Oltralpe: adesione ed esportazione dei nuovi modelli<br />

gli stesso ricorda – che ottenne un enorme successo, tanto da ricevere un importante<br />

riconoscimento (“fu couronné dall’Accademia francese”). In maniera analoga<br />

al precedente lavoro anche questo testo, in due volumi, si contrad<strong>di</strong>stingue<br />

per il suo carattere esotico: in questo caso, però, le vicende si svolgono in Giappone;<br />

si tratta <strong>di</strong> un’opera storica, ricca <strong>di</strong> passioni e battaglie, nella quale vengono<br />

raccontate le lotte delle <strong>di</strong>nastie nipponiche e dove “l’amore, come nel libro<br />

precedente”, sostiene il recensore, “si mostra violento e ideale ad un tempo,<br />

e si è costretti a seguire con attenzione le avventure del Mikado, come prima le<br />

gesta del poeta Ko-li-tsin e dell’imperatore Kang-si”. 121<br />

Proprio all’epoca della pubblicazione <strong>di</strong> questo scritto, <strong>Gualdo</strong>, alle prese<br />

con la stesura della sua Costanza Gerar<strong>di</strong>, si <strong>di</strong>ceva molto colpito dalla rapi<strong>di</strong>tà<br />

con la quale Ju<strong>di</strong>th Gautier era solita lavorare e scrivere indefessamente. Questa<br />

osservazione, che cela una benevola invi<strong>di</strong>a nei confronti della scrittrice francese,<br />

è affidata ad una lettera in<strong>di</strong>rizzata a François Coppée nella quale il mittente<br />

– al momento <strong>di</strong> stanza a Milano, confessando all’amico <strong>di</strong> non poterlo raggiungere<br />

a Yport – lamenta la propria lentezza, malgrado gli sforzi, nel portare<br />

avanti il suo primo romanzo italiano: “Je voudrais faire marcher mon roman,<br />

auquel je travaille toujours, mais très lentement”, scrive infatti <strong>Gualdo</strong> per poi<br />

aggiungere che, “quand je pense que la <strong>di</strong>vine Ju<strong>di</strong>th, malgré sa paresse olympienne,<br />

noircit <strong>di</strong>x grandes pages par jour, la rougeur me monte au front” e concludere,<br />

infine – con un’allusione che ben ci conduce a comprendere quale fosse<br />

la posizione da lui presa in riferimento alla separazione, avvenuta appena pochi<br />

mesi prima, <strong>di</strong> Ju<strong>di</strong>th da Mendès –, che “je me <strong>di</strong>s à moi même des gros<br />

mots tels que: traître! catullique! scénariste!”. 122<br />

Ancora sulle somiglianze tra padre e figlia e sull’interesse per la lontana<br />

Cina è la riflessione gual<strong>di</strong>ana a proposito della produzione pubblicistica, <strong>degli</strong><br />

articoli <strong>di</strong> critica <strong>di</strong> Ju<strong>di</strong>th Gautier, sezione del testo dove figurano anche alcune<br />

valutazioni relative al suo stile, alle sue collaborazioni, alla sua considerazione<br />

del Bello artisticamente inteso:<br />

121 L. GUALDO, Ritratti e figure. Ju<strong>di</strong>th Gautier, cit.<br />

122 Lettera pubblicata in P. DE MONTERA, <strong>Luigi</strong> <strong>Gualdo</strong>, cit., pp. 199-200. Di poco posteriore<br />

è un altro messaggio che reca l’intestazione “Varese, Villa Taccioli, 18 ottobre (1875)”<br />

in cui <strong>Gualdo</strong>, chiedendo aggiornamenti a Coppée su quanto stesse accadendo a Parigi durante<br />

la sua assenza, sembra ancora riferirsi agli strascichi seguiti all’allontanamento <strong>di</strong> M.me Gautier<br />

da Mendès: “Donnez moi des nouvelles de tout le monde; […]. Car, enfin, qu’y a-t-il d’important<br />

ici bas si ce n’est ce qui a lieu dans l’arrière boutique de Lemerre, les gloires des ju<strong>di</strong>thistes<br />

et la honte des catulliques?” (Ivi, p. 210).<br />

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