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Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

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L’analisi delle “nuove formole” del romanzo francese<br />

L’importanza decretata da <strong>Gualdo</strong> alla produzione del francese e la sua assimilazione<br />

al capolavoro balzacchiano è un dato molto significativo, specie se<br />

si considera che la Comme<strong>di</strong>a Umana è l’opera transalpina che più <strong>di</strong> ogni altra<br />

torna, con una costanza pressoché unica, come termine <strong>di</strong> paragone in ogni recensione<br />

o articolo <strong>di</strong> critica letteraria redatti dall’italiano, in relazione ad autori<br />

d’oltralpe e non. La prima attestazione – escludendo il saggio, su cui si tornerà,<br />

interamente de<strong>di</strong>cato a Balzac pubblicato nel 1876 – risale al febbraio 1882 ed è<br />

contenuta in un brano giornalistico in cui <strong>Gualdo</strong>, analizzando il ruolo giocato<br />

dai Goncourt nello sviluppo del romanzo moderno, ha sottolineato la continuità<br />

tra le innovazioni apportate da Edmond e Jules e le “audaci scoperte” con cui<br />

l’autore della Comé<strong>di</strong>e humaine aveva “aperta la via” ai suoi successori. 61<br />

Il secondo caso riguarda, invece, un autore nostrano: Antonio Fogazzaro e<br />

la sua capacità <strong>di</strong> costruire, tra i primissimi in Italia, personaggi dotati <strong>di</strong> un altissimo<br />

livello <strong>di</strong> verità, proprio sulla scia <strong>degli</strong> insegnamenti forniti – con un<br />

anticipo <strong>di</strong> circa mezzo secolo – dal sommo Balzac attraverso la creazione delle<br />

protagoniste <strong>di</strong> Eugénie Grandet e Madame Marneffe, “ambedue egualmente,<br />

stupendamente vere”. 62 Ritorniamo ancora in Francia, poi, con l’analisi della<br />

produzione <strong>di</strong> Paul Bourget, il quale, a detta del pubblicista, avrebbe “talvolta<br />

imitato” 63 nei primi capitoli del suo Cruelle Enigme il padre del realismo, sebbene,<br />

<strong>di</strong>rà in seguito, 64 nel 1891 (a proposito della Physiologie de l’A-mour moderne<br />

e alla sua somiglianza, questa volta, con la Physiologie du mariage) che<br />

non si trattò mai <strong>di</strong> una effettiva imitazione, quanto piuttosto <strong>di</strong> una sorta <strong>di</strong> ispirazione,<br />

<strong>di</strong> un continuo <strong>di</strong>alogo con il modello balzacchiano, un modello dal<br />

quale Bourget sarebbe rimasto sempre e comunque ben <strong>di</strong>stante, sia per la <strong>di</strong>fferenza<br />

della propria indole da quella <strong>di</strong> Balzac, sia a causa del profondo <strong>di</strong>vario<br />

tra i perio<strong>di</strong> storici in cui i due avevano vissuto e scritto (tra loro, insomma, si<br />

frapponeva il 1848, l’anno che Lukács definirà – esaminando le <strong>di</strong>vergenze tra<br />

Balzac e Zola – lo spartiacque tra Realismo e Naturalismo). 65<br />

61<br />

L. GUALDO, L’ultimo romanzo <strong>di</strong> Goncourt [La Faustin], in «L’Illustrazione Italiana»,<br />

12 febbraio 1882, p. 118.<br />

62<br />

ID., “Daniele Cortis”. Il nuovo romanzo <strong>di</strong> A. Fogazzaro, cit..<br />

63<br />

ID., Paolo Bourget, in «L’Illustrazione Italiana», 4 <strong>di</strong>cembre 1887, p. 410<br />

64<br />

ID., Paul Bourget, Physiologie de l’Amour moderne, in «Cronaca d’Arte», 22 febbraio<br />

1891. 65 G. LUKÁCS, Balzac und der französische Realismus, Berlin, Qufbau-Verlag, 1952, p.<br />

88.<br />

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