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Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

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L’analisi delle “nuove formole” del romanzo francese<br />

La signorina Louise Read, amica <strong>di</strong> famiglia dei Coppée, memore dell’affetto<br />

e della stima <strong>di</strong>mostrati da <strong>Gualdo</strong> nei confronti dell’uomo da lei assistito<br />

negli ultimi <strong>di</strong>eci anni non <strong>di</strong>menticherà <strong>di</strong> tenere aggiornato l’italiano sulle sorti<br />

e<strong>di</strong>toriali toccate ai lavori del Maestro all’indomani della sua scomparsa. Esecutrice<br />

testamentaria <strong>di</strong> Barbey, essa seguirà la pubblicazione <strong>di</strong> numerosi volumi,<br />

una copia <strong>di</strong> ciascuno dei quali venne sempre prontamente mandata via<br />

posta a Milano, presso il noto palazzo gual<strong>di</strong>ano <strong>di</strong> via Bagutta. La testimonianza<br />

<strong>di</strong> queste spe<strong>di</strong>zioni è conservata in alcune lettere gual<strong>di</strong>ane in<strong>di</strong>rizzate a<br />

Coppée: il 3 <strong>di</strong>cembre 1889 egli informa, infatti, l’amico del fatto che “Melle<br />

Read a bien voulu m’envoyer les Polémiques d’Hier et maintenant les Vieilles<br />

Actrices de J. B. d’A.”; 117 all’anno segente rimonta, invece, l’invio de Dernières<br />

polémiques; 118 mentre è nel febbraio 1891 che egli riceve un nuovo libro,<br />

non meglio specificato, ma certamente molto ben accetto: “J’ai eu des nouvelles<br />

de M.lle Annette par «la Read», qui m’a écrit, & qui continue à faire paraître<br />

d’énormes volumes de d’Aurevilly, qu’elle a l’extrême bonté de m’envoyer”. 119<br />

<strong>Gualdo</strong>, insieme a Bourget e Coppée, è autore delle pagine forse più belle –<br />

certamente le più sentite – de<strong>di</strong>cate alla memoria del troppo a lungo incompreso<br />

romanziere francese. Ma se agli ultimi due spetta il merito <strong>di</strong> aver commemorato<br />

l’amico scomparso nella sua stessa patria, a <strong>Luigi</strong> <strong>Gualdo</strong> va riconosciuto <strong>di</strong><br />

esser stato tra i primissimi in Italia a render noto il nome <strong>di</strong> questo grande artista,<br />

i suoi meriti umani e quelli professionali. “Per chi lo conobbe e lo appoggiò”,<br />

scrive <strong>di</strong>fatti al termine del suo articolo, “per chi ebbe l’onore della sua<br />

amicizia, Barbey d’Aurevilly lascia un gran vuoto”; poi, prima <strong>di</strong> concludere<br />

del tutto, ritorna sull’ingiustizia che la vita aveva riservato al letterato: “l’ammirazione<br />

a lui dovuta, cresce, mista <strong>di</strong> sdegno, sapendo che è morto in miseria,<br />

fieramente – e codesto insigne scrittore che fra le mille viltà e le perfi<strong>di</strong>e della<br />

vita letteraria <strong>di</strong> Parigi, non volle mai transigere, né abbassarsi <strong>di</strong> una linea, e la<br />

cui vita rimarrà come un’eccezione”. L’ultima frase, quella davvero definitiva,<br />

sancisce il cordoglio e la rassegnazione per la fine <strong>di</strong> un periodo: “Tutta un’epoca<br />

muore con lui”, benché, in fondo, il réalisme immatériel 120 <strong>di</strong> Barbey non<br />

117 Lettera XXV <strong>di</strong> <strong>Gualdo</strong> a Coppée, in P. DE MONTERA, <strong>Luigi</strong> <strong>Gualdo</strong>, cit., p. 273.<br />

118 Ivi, p. 276. Lettera XXV<strong>II</strong>, con poscritto: “Reçu de la fidèle, infaticable Melle Read un<br />

nouveau volume d’Aurevilly. Je lui ai écrit, mais esprimez-lui encore toute ma recoinassance”.<br />

119 Ivi, p. 277. Lettera XXV<strong>II</strong>I.<br />

120 A. DE GEORGES-MÉTRAL, Les illusions de l’écriture ou la crise de la représenta-<br />

tion dans l’œuvre romanesque de Barbey d’Aurevilly, cit., p. 346.<br />

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