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Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

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I Poeti d’Oltralpe: adesione ed esportazione dei nuovi modelli<br />

(ma illustrativa e necessaria in vista delle competenze del pubblico cui si rivolge)<br />

sulla storia <strong>di</strong> quell’eclettico Parnasse a proposito delle cui sorti egli si teneva<br />

costantemente informato soprattutto per tramite <strong>di</strong> Coppée, 18 stabilendo –<br />

in aggiunta – una sorta <strong>di</strong> rapporto <strong>di</strong> continuità tra le tre pubblicazioni collettive<br />

(la prima del 1866, la seconda del 1869-71 e l’ultima del 1876) dei rappresentanti<br />

<strong>di</strong> questa corrente e l’uscita dell’Anthologie des poètes français:<br />

[Lemerre] aggiunge ora codesti quattro volumi al Parnasse Contemporain, cui in<br />

certo modo fanno seguito, a quel Parnasse dal quale venne agl’iniziatori del movimento<br />

poetico moderno, derivante, ma staccantesi dal romanticismo, il soprannome <strong>di</strong> Parnassiens.<br />

Con essi riassume e completa la raccolta <strong>di</strong> scritti <strong>di</strong> tutti i poeti francesi, facendo<br />

precedere i versi <strong>di</strong> ciascuno da una breve biografia firmata da un nome conosciuto<br />

– certamente utilissima agli stu<strong>di</strong>osi. 19<br />

Utile agli stu<strong>di</strong>osi, certo, ma non soltanto ad essi, poiché l’italiano ha ben<br />

compreso il senso più vasto della vali<strong>di</strong>tà dell’operazione <strong>di</strong> Lemerre, un’operazione<br />

che, a sua volta, egli cercherà <strong>di</strong> spiegare e completare attraverso il proprio<br />

articolo suscitando l’interesse non solo <strong>degli</strong> specialisti, ma anche dei “lettori<br />

in generale”. L’intento <strong>di</strong> <strong>Gualdo</strong>, infatti, come egli stesso ammette poco<br />

oltre, è quello <strong>di</strong> voler presentare al grande pubblico, accanto ai “gran<strong>di</strong> nomi<br />

famosi e popolari”, specialmente quelli dei “meno noti, alcuni pressoché ignorati,<br />

ingiustamente, o celebri soltanto fra’ letterati, che non aspettano per giu<strong>di</strong>care<br />

il giu<strong>di</strong>zio della folla o della posterità”. 20 In effetti, il volume al quale viene<br />

de<strong>di</strong>cato meno spazio dal recensore è il primo, ossia quello in cui prevalgono le<br />

celebrità, da Victor Hugo a Chateaubriand, da Lamartine a Gautier e Musset; i<br />

soli commenti presenti sono invece, significativamente, quelli che spettano ai<br />

componimenti <strong>degli</strong> autori e delle autrici meno conosciuti. Di conseguenza le<br />

lo<strong>di</strong> gual<strong>di</strong>ane vanno, tra i vari testi, ad un sonetto <strong>di</strong> Félix Anvers “che da solo<br />

valse a salvare il suo nome dall’oblio”, ai versi <strong>di</strong> Daniele Sterne (la contessa<br />

d’Argoult) e, infine, ad “alcune virili e filosofiche poesie <strong>di</strong> M.me Ackermann,<br />

elettissime <strong>di</strong> pensiero e <strong>di</strong> forma”. 21<br />

18 Fin dalla sua prima lettera I a Coppée, dell’agosto 1874, <strong>Gualdo</strong> non manca mai <strong>di</strong> domandare<br />

“nouvelles parnassiens et catulliques” (P. DE MONTERA, <strong>Luigi</strong> <strong>Gualdo</strong>, cit., p. 185).<br />

19 L. GUALDO, Anthologie des poètes français du XIX siècle, cit., p. 12.<br />

20 Ibidem.<br />

21 Ibidem.<br />

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