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Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

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L’esperienza cosmopolita del passeur culturel<br />

intellettuali – gli Scapigliati –, come il già citato «Gazzettino Rosa» e la «Cronaca<br />

d’arte». Assume, invece, posizioni più tra<strong>di</strong>zionaliste e <strong>di</strong> recupero del<br />

passato la «Rivista Minima», <strong>di</strong> Ghislanzoni e Salvatore Farina, cui si affianca<br />

con analoghi intenti la «Vita Nuova» <strong>di</strong> Bonghi e De Marchi e cui si contrappone<br />

«Il Prelu<strong>di</strong>o», che prende coraggiosamente posizione contro i falsi innovatori<br />

e stimola le nuove generazioni a valorizzare e <strong>di</strong>vulgare l’esperienza letteraria<br />

<strong>di</strong> Boito, Praga e Tarchetti. In questo clima, percorso da importanti correnti innovative,<br />

si inserisce anche «La Farfalla» <strong>di</strong> Sommaruga, fondata a Cagliari nel<br />

’77, ma poi pubblicata contemporaneamente a Roma e Milano. Cominciano a<br />

<strong>di</strong>ffondersi, infine, riviste <strong>di</strong> respiro internazionale, come «La Perseveranza» <strong>di</strong><br />

Mandriani, che fin dal principio vantò la collaborazione <strong>di</strong> corrispondenti <strong>di</strong><br />

stanza a Parigi, Monaco, Londra e talvolta anche a Madrid e Il Cairo.<br />

Ma le cronache dell’epoca raccontano <strong>di</strong> un vero e proprio re della stampa,<br />

Leone Fortis, considerato colui che a Milano “ha inaugurato la sovranità della<br />

stampa, la tiene e non dà segni <strong>di</strong> volerla ab<strong>di</strong>care”. 115 Suo è «Il Pungolo», sulla<br />

cui testata trionfa l’immagine del <strong>di</strong>avolo volante e zoppo Asmodeo: tra i giornali<br />

più dotti e piacevoli del periodo, «Il Pungolo» non mancava <strong>di</strong> trattare gli<br />

argomenti più svariati, specie in tempo <strong>di</strong> elezioni o <strong>di</strong> qualche importante questione<br />

amministrativa, economica, teatrale, o artistica che potesse stuzzicare<br />

l’interesse e la curiosità del pubblico. Articolista e polemista, il Fortis scrive<br />

anche su un altro giornale assai <strong>di</strong>ffuso e longevo, «L’Illustrazione Italiana»: 116<br />

noto inizialmente solo per i suoi <strong>di</strong>segni, questo foglio assumerà poi notevole<br />

interesse per le sue ‘conversazioni’ letterarie.<br />

E <strong>Gualdo</strong>? <strong>Luigi</strong> <strong>Gualdo</strong> scrive in quasi tutte queste riviste, dove la sua<br />

firma compare in calce – si è in parte già detto – a molte recensioni letterarie <strong>di</strong><br />

opere <strong>di</strong> autori stranieri o biografie <strong>di</strong> personaggi illustri, italiani e francesi. In<br />

seguito verrà data un’analisi dettagliata <strong>di</strong> tutti i suoi lavori apparsi sulle riviste<br />

d’oltralpe e nostrane. Accenniamo, per il momento, che, tra i perio<strong>di</strong>ci italiani,<br />

115 R. SACCHETTI, La vita letteraria a Milano, cit., p. 497.<br />

116 Diretta ed e<strong>di</strong>ta da Emilio Treves e redatta sul modello della rivista francese «L’Illustration»,<br />

questa rivista ebbe tra i suoi collaboratori firme prestigiose come quelle <strong>di</strong> Giovanni<br />

Verga, Giosuè Carducci, Giovanni Pascoli, Gabriele d’Annunzio, Antonio Fogazzaro, Grazia<br />

Deledda, Guido Gozzano ed Emilio Cecchi. Nel 1939 la casa e<strong>di</strong>trice fu rilevata dalla Garzanti,<br />

che fino al 1962 curò anche la pubblicazione del perio<strong>di</strong>co, trasformato da quin<strong>di</strong>cinale in mensile.<br />

Va ricordato, inoltre, che durante il biennio 1874-75 il giornale aveva avuto anche un supplemento:<br />

si tratta del perio<strong>di</strong>co nato con il titolo «Nuova illustrazione universale», che nel corso<br />

del 1874 cambiò nome in «L’Illustrazione Universale».<br />

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