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Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

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Tra carteggi e recensioni: <strong>Gualdo</strong> e i romanzieri italiani<br />

venuta la prima conoscenza tra i due, complice – verosimilmente – il comune<br />

amico Giovanni Verga, cui si deve l’aver introdotto almeno in fase iniziale il<br />

giovane conterraneo all’interno della cerchia delle sue più intime, ed a quel<br />

punto ormai longeve, relazioni umane e professionali nella città ambrosiana:<br />

Arrigo Boito, Giacosa, Rovetta, Marco Praga, Cameroni e, per l’appunto, <strong>Luigi</strong><br />

<strong>Gualdo</strong>. La prima testimonianza relativa ai contatti tra quest’ultimo e de Roberto<br />

sembrerebbe piuttosto precoce, per quanto non sia possibile fissarne con estrema<br />

esattezza la data: si tratta <strong>di</strong> una fotografia – custo<strong>di</strong>ta all’Arhivio Statale<br />

<strong>di</strong> Milano, nei registri Litta Mo<strong>di</strong>gnani, tra le carte <strong>Gualdo</strong> – in cui il futuro autore<br />

dei Viceré è immortalato in quelli che appaiono essere il suo aspetto ed il<br />

suo abbigliamento tipici intorno all’anno 1887. L’immagine reca in calce una<br />

cor<strong>di</strong>ale e al tempo stesso deferente de<strong>di</strong>ca autografa in<strong>di</strong>rizzata a <strong>Luigi</strong> <strong>Gualdo</strong>:<br />

“Al maestro ed all’amico. Ricordo <strong>di</strong> <strong>Federico</strong> de Roberto”. 178<br />

Molto più interessanti e, certamente, utili alla ricostruzione dei rapporti intercorsi<br />

tra i due romanzieri potrebbero essere le lettere gual<strong>di</strong>ane che Antonio<br />

<strong>di</strong> Grado segnala esser presenti “nella vasta riserva <strong>di</strong> carteggi ine<strong>di</strong>ti” derobertiani,<br />

dove pare che figurino “riscontri imbarazzati e poi sempre più affettuosi”<br />

<strong>di</strong> Giacosa, Boito e <strong>Gualdo</strong>, ovvero <strong>di</strong> quegli intellettuali che, dapprima corteggiati<br />

da lontano, <strong>di</strong>venteranno presto confidenti e consiglieri <strong>di</strong> de Roberto, una<br />

volta stabilitosi in maniera quasi permanente nella città meneghina. 179 In mancanza<br />

<strong>di</strong> una presa visione <strong>di</strong> tali manoscritti, la prima conferma documentata <strong>di</strong><br />

un effettivo incontro tra gli autori in questione è ad opera <strong>di</strong> Piero Nar<strong>di</strong> che,<br />

nel suo volume de<strong>di</strong>cato a Vita e tempo <strong>di</strong> Giuseppe Giacosa, attesta la simultanea<br />

presenza <strong>di</strong> Verga, <strong>Gualdo</strong> e de Roberto alla prima rappresentazione torinese<br />

della Signora <strong>di</strong> Challant, al Teatro Alfieri, il 13 aprile del 1890. 180<br />

Ad<strong>di</strong>rittura successiva è, inoltre, la prima menzione del nome <strong>di</strong> <strong>Gualdo</strong><br />

all’interno <strong>degli</strong> epistolari del siciliano, presente nelle lettere in<strong>di</strong>rizzate a Fer<strong>di</strong>nando<br />

<strong>di</strong> Giorgi a cominciare dal 16 luglio 1891, data in cui de Roberto racconta,<br />

da Milano, <strong>di</strong> aver trascorso gran parte delle proprie serate al caffè Biffi<br />

178 La fotografia ritrae un giovanissimo de Roberto, la figura <strong>di</strong>stinta, un po’ sofisticata, i<br />

lunghi baffi ricci, gli abiti <strong>di</strong> taglio inglese, il falso colletto alto e duro ornato <strong>di</strong> cravatta papillon,<br />

i guanti che fuoriescono dalla tasca della giacca.<br />

179 A. DI GRADO, La vita, le carte, i turbamenti <strong>di</strong> <strong>Federico</strong> de Roberto…, cit., p. 199.<br />

180 P. NARDI, Vita e tempo <strong>di</strong> Giuseppe Giacosa, Milano, Mondadori, 1949, p. 646: “Al<br />

Teatro alfieri <strong>di</strong> Torino, il 13 aprile, altro pienone, presenti pure critici e letterati venuti espressamente<br />

anche da altre città – Verga, <strong>Gualdo</strong>, <strong>Federico</strong> de Roberto –”.<br />

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