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Annali dell'Islam

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23- a- H. ,<br />

§§ iin-108. 23. a. H.<br />

ipiiic<br />

la guardia fii aasegnata ad un i^nippo di Ansar, e non di Makkani:<br />

NAH. - Uccisio- ''^ questi perciò poteva venire u pencolo di minacele armate. Siccome<br />

ne del Califfo ^^[ elettori erano i soli che potessero aspii-are alla successione di 'Umar, e<br />

siccome erano tutti Makkani, è chiaro che Makkani sarebbero stati quei par-<br />

tigiani, che avrebbero voluto imporre con la fòrza un candidato piuttosto che<br />

un altro. Da ciò la necessità di dare ai Madinesi e non ad altri la tutela del<br />

consiglio elettivo.<br />

§ 105. — ('Arim b. al-Fadl, (ia Hamraàd b. JSalamali, da Ali b. Zayd,<br />

da abù Ràtì'). 'Umar b. al-Khattàb disse a Sa'ld b. Zayd e Abdallah b.<br />

'Umar e 'Abdallah b. Abbàs: « Voi sapete che io non ho eletto un suc-<br />

« cessore, e che dopo la mia morte ogni prigioniero arabo di proprietà di<br />

«Dio dovrà esser libero» (Saad, III, 1. pag. 261, Un. 12-16) [G.J.<br />

§ 106. — (al-Wàqidi, da Abdallah b. Umar, da Hafs b. Nàti', da ibn<br />

'Umar). Umar morendo dispose che fossero dichiarati liberi tutti gli schiavi<br />

del governo (min raqiq al-imà,rah) i quali sapessero far la preghiera con<br />

(almeno) due inclinazioni, ma se il successore voleva che servissero ancora<br />

per due anni, poteva ben esigerlo (Saad, III, 1, pag. 261, lin. 16-19) [G.].<br />

Il Lammens mi fa rilevare V importanza di questa notizia, che dimostra<br />

come il governo musulmano possedesse non solo molti bestiami e pascoli<br />

riservati (hi ma) per i medesimi, ma anche una quantità di schiavi al ser-<br />

vizio dello Stato.<br />

§ 107. — (al-Wàqidi, da Rabì'ah b. Utlimàn). Umar raccomandò che<br />

i suoi governatori fossero confermati per un anno; e 'Utjimàn li confermò<br />

per un anno (Saad, III, 1, 261, lin. 19-21) [G.].<br />

§ 108. — (Wahb b. Grarir e Sulaymàn b. Harb, da Grarìr b. Hàzim,<br />

da Ya'la I). Hakìm, da Nàfi'). 'Abd al-rahmàn b. 'Awf, quando vide il col-<br />

tello con cui 'Umar fu ucciso, disse: « L'ho veduto ieri presso al-Hurmuzàn<br />

« e Grufaynah. Li domandai :<br />

« sero : Tagliamo<br />

che<br />

fate voi con codesto coltello ? Mi rispo-<br />

la carne, che noi non tocchiamo con le mani». Disse<br />

allora 'Ubaydallah b. 'Umar: « Lo vedesti tu presso di loro due? ». E udito<br />

di sì, prese la spada, li andò a trovare e li uccise. 'Utiimàn allora, fattolo<br />

chiamare lo domandò: « Che mai ti ha spinto a dar la morte a due uomini<br />

«che sono nostri protetti?». Ma Ubaydallah si gettò addosso a Utjimàu<br />

e lo atterrò. Accorse gente e glielo levaron da dosso. 'Uthmàn, quando<br />

mandò a chiamare 'Ubaydallah, si era cinta la spada; talché quello pensò<br />

che volesse colpii-lo, e lo colpì lui (per primo) (Saad, III, l, pag. 263,<br />

lin. 27-254, lin. 7) [G.].<br />

L'atto di 'Ubaydallah fa forse ispirato dal sospetto che 'Uthmàn avesse<br />

approvato l'omicidio e volesse difendere i colpevoli.<br />

liH.

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