Annali dell'Islam

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23. a. H. Tanto nel Sawàd che nella Siria la popolazione, ostile al governo prece-
scah delle prò- 'lente, avova assistito con simpatia passiva alla grande rivoluzione. Gli
vincie conquista- Arabi uon potevano perciò propriamente considerarli come nemici: sebbene
(dominio arabo nessuno li avesse rappresentati, sebbene nessuno avesse pattuito un accordo
e in pariicoiare pp^ loro, gli Arabi stessi, o meglio il Califfo, come risulta da quanto segui.
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dovette persuadersi che sarebbe stata una fatale ingiustizia trattarli come
nemici. Dalla parte degli invasori v'era avidità sitibonda di ricchezze e
di godimenti, pochissima disciplina ed un' istintiva tendenza ad agire a
capriccio, senza ritegno di sorta e con babelica diversità di criteri. Alle
predette circostanze si aggiungeva la gravissima circostanza che tutte queste
complicazioni erano diffuse sopra un' immensa superficie e mettevano a
repentaglio un'incalcolabile ricchezza, tanta ricchezza quanta nessun arabo
nomade aveva mai potuto nemmeno sognare.
Nei primi tempi dunque dopo le conquiste, ossia propriamente dopo
il 15. H. e più precisamente nel corso dell'anno 16. H., il novello impero
si trovò turbato da una penosissima instabilità di tutte le condizioni eco-
nomiche nelle provincie : nessuno
era più sicuro della roba propria ; né
vinti né vincitori potevan dire che cosa possedessei'o e che cosa non aves-
sero dii'itto di toccare. I piezzi dei generi di prima necessità salirono alle
stelle, sopravvenne la siccità, poi la carestia e infine la grande peste che
decimò la popolazione dell'Asia Anteriore, dalla fine del 17. H. a tutto
il 18. H. La sua fatale propagazione e le stragi che fece, si spiegano solo
come effetto di una grande crisi agricola ed economica. Probabilmente lo
stato di guerra, menata dagli Arabi con grande ferocia nei primi tempi,
arrestò in larghissima misura la coltivazione dei campi: anche l'incer-
tezza dell'avvenire e l' impossibilità di predire se i raccolti sarebbero an-
dati a vantaggio di chi li aveva preparati con il sudore della sua fronte,
incagliarono ed in alcune terre sospesero del tutto ogni coltivazione :
quindi la carestia, preceduta dalla siccità, preparò la peste con tutti i
suoi t)rrori.
Fu un momento di angosciose difficoltà che preoccuparono gravemente
il Califfo : fu necessario studiare il problema con grande attenzione e ri-
flettere a lungo prima di dare un assetto definitivo alla nuova ammini-
strazione. Così spiegansi i due viaggi di 'Umar in Siria (il secondo tron-
cato dalla peste), ed il fatto che solo nell'anno 20. H. tutto fosse, per lo
meno provvisoriamente, regolato e messo a posto; difatti solo nell'anno
20. H. potè 'Umar rendersi conto dei redditi riscossi dalle provincie con-
quistate e fissare l'ammontare delle pensioni. Appena però egli ebbe intuito
quale fosse la condotta più opportuna da tenere, con la sua consueta energia
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