Annali dell'Islam

23. a. H.
[ji queste tenebre senza speranza d'uu tratto balenò il sinistro bagliore
. ..,,,.,.. ....
IICaliHo Umar:
l'uomo ed il so- ib lina
^ .
nuova invasione, ma non più quella di popoli inseniliti e corrotti
vrano: sintesi sibbeuc del popolo arabo, pieno di vitalità giovanile, di potenza e di spe-
del suo califfato.) l'anze, con tutte le qualità ed i difetti di una razza avida, materialista
e barbarica, ma dotata di viva intelligenza e capace di assorbire ed adot-
tare le forme più elevate di coltura: questo popolo apportava inoltre una
religione la quale, seppure aveva grandi lacune e deficienze e spiccate
caratteristiche nazionali, tuttavia, come osserva il Miiller, servi ai semiti
bizantini, ai Cristiani monofisiti come riscatto per emanciparsi dalla dot-
trina ad essi odiosa della duplice divinità (duo-fisismo), ed in Persia minò
le basi d'una potentissima e rapace gerarchia ecclesiastica sorretta dallo
Stato, che soffocava tutte le energie innovatrici del paese.
La comparsa degli Arabi sconvolse profondamente tutte queste con-
dizioni : mise
nuova vita in organismi vecchi e cadenti. Passata la prima
istintiva reazione all' irruenza violenta degli invasori, calmati i risenti-
menti nazionali e religiosi che potevano esser generati dalla grande rivo-
luzione, il nuovo ordine di cose giovò a destare un moto sano di reazione.
Ogni volta che in una terra antica si rovesciano nuove popolazioni, sca-
turiscono nuovi imprevisti effetti, si formano nuove combinazioni morali
e materiali nella vita sociale dei popoli :
combinazioni
aventi molte ana-
logie con quanto avviene nella miscela di sostanze chimiche. Il fenomeno
è così comune, che non mette quasi il conto di rilevarlo, sebbene sulle
intime ragioni e modi di tali fenomeni sia ancor molto teireno vergine
da esplorare e molta materia assai meritevole di studio.
Nel caso degli Arabi si ebbe anche un altro fattore storico importan-
tissimo, r incrocio di razze, che seguì la grande espansione semitico isla-
mica. Gli Arabi erano un popolo sanissimo e robusto, temprato a fuoco
negli spazi sconfinati del deserto, dotato di fibra adamantina non solo
capace d' immense energie materiali e morali, ma specialmente ricco ad
esuberanza di attività riproduttrici. Il fuoco del deserto è penetrato nel
sangue dei suoi abitanti, e la sensualità sconfinata degli Arabi è cosa sulla
quale ci siamo piìi volte soffermati, ed in cui lo stesso Profeta ed i
califfi
diedero il piii palese esempio ai seguaci.
La lingua araba con la copia strabocchevole di termini riferentisi
a tutti i possibili aspetti dell'accoppiamento dei sessi è una delle tante
prove di quanto affermiamo. Con le conquiste gli Arabi non solo sotto-
misero ed occuparono nuove regioni, ma immisero copiosamente un nuovo
sangue vigoroso e sano nei residui etnici addormentati dei Persiani, degli
Aramei e dei Copti.
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