Annali dell'Islam

9§ 838, 834. 23. a. H.
23. a. H. Ridotta l'azione governativa del Califfo in questi tennini, non posili
CaliHo Umar:
l'uomo ed II so siamo sottilizzare troppo, né ci conviene di corcare se tutte le istituzioni
vrano: sintesi adflfbitate ad 'Umar, uscirono dal suo cervello, o se altri le suggerissero,
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del suo califfato.]
'"• ^^ S^^ eventi le imponessero. A dire il vero ninna delle istituzioni che
vanno .sotto il suo nome hanno un'impronta molto originale né si possono
considerare come novità: viene quindi la persuasione che nel maggior
numero dei casi le soluzioni dei vari problemi si presentassero quasi da
loro, e che 'Umar avesse il merito di non volere radicali innovazioni, ma
di aver saputo accortamente unire il vecchio al nuovo e introdurre nel-
l'Islam, con leggieri ritocchi, tutto l'organamento amministrativo dei ca-
duti imperi. L'elevatezza della mente politica di 'Umar risiede appunto
nella sua sagacia pratica d'aver voluto e scelto sempre quella soluzione che
era la più semplice, la più spedita e la più facile ad attuarsi, riuscendo nelle
maggior parte degli atti a cogliere la giusta misura. Cosi ottenne che il
passaggio del governo nella parte amministrativa si compiesse senza pe-
nosi contrasti per i sudditi contribuenti e senza danno per l'erario islamico.
Egli errò soltanto nel non prevedere il corso degli eventi, e precisamente
il contegno delle popolazioni soggette verso la religione islamica: perciò
quasi tutte le sue istituzioni, almeno quelle a noi più note, ebbero vita
assai breve, ossia caddero appena le popolazioni soggette si precipitarono
ad abbracciare la fede dei vincitori. Egli fu specialmente benemerito nel
trattamento che volle usato verso i vinti, decidendo che nulla di essenziale
venisse mutato nelle loro condizioni materiali e nei loro rapporti fiscali
con il governo : anzi ponendo fine alle persecuzioni religiose tolse, per i
Cristiani dell'Asia Anteriore, al suo governo la caratteristica più odiosa
del dominio bizantino, l' intolleranza religiosa.
In verità si può dire che 'Umar riuscì nel difficile compito di mutare
la faccia politica del mondo asiatico apparentemente senza modificare i
caratteri essenziali dell'ordinamento sociale, e lasciando ai vinti l'illusione
che, tranne il padrone, null'altro fosse cambiato.
§ 834. — 'Umar, dunque, lasciò l'amministrazione nelle mani degli
antichi impiegati bizantini e persiani ; e nella parte puramente civile, am-
ministrativa e fiscale egli adottò pressoché tutte le istituzioni vigenti: per-
sino la lingua e la scrittura dei vinti fu conservata per il disbrigo degli
affari di ordinaria amministrazione (cfr. Khaldùn, Proleg., II, 6). Tut-
tavia sotto questo velo ingannatore si ascondevano alcuni nuovi principi
generali, che sfuggirono ai contemporanei, ma che furono poi il punto di
partenza di tutto un lunghissimo e complicato processo di evoluzione e
di trasformazione continua.
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