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Annali dell'Islam

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23. a. H.<br />

§S 673, 674.<br />

destinato a vantaggio della corannità (cfr. § 7091. Questi abusi, come vedremo meglio più avanti, furono<br />

•Icune delie cause determinanti della tragedia del il5. H., in cui peri il Califfo 'Dthmàu.<br />

La prima frase della tradizione ha perciò molta importanza a questo riguardo. Si ammette esplicit»meute<br />

che terreni privati, che sotto il regime bizantino pagavano tutte 1« tasse (poi chiamate com-<br />

plessivamente kharà^ dagli Arabi', per il fatto che duraute la gueri-a erano state indemaniate e poi<br />

cadute a privati musulmani erano esonerati da tutte le imposte antiche e gravate soltanto della zakiitsadaqah,<br />

computata di poi come un decimo Cusr), che tolto sul reddito lordo complessivo del fondo<br />

«ostituiva uno sgravio fiscale assai rilevante, a tutto danno dell'erario.<br />

NoT.v 2. — Il permesso di cui si parla in questa tradizione riferiscesi soltanto alla occupazione<br />

di terre demaniali che rendevano già allo Stato: per quelle incolte ed infruttifere non occorreva una<br />

concessione, perchè la tnwformazione e bonifica agricola costituiva un diritto i-iconoscinto da antichis-<br />

sima sriurisprudenza .cfr. si "i'M .<br />

§ 674. — (Yahya I). Adam, da fciasau b. 8àlih). Quelli dell' a hi al-dzi ni-<br />

ni ah che si convertono all'Islam divengono Musulmani liberi, e non sono<br />

più obbligati al pagamento della gizyab: al convertito viene lasciata la<br />

scelta riguardo alla sua terra, sia di rimanere in essa pagando (la tassa ton-<br />

(liariaj che era imposta alla terra, sia di abbandonarla (^): in questo ultimo<br />

caso r i màm ne prende possesso per i Musulmani, e la unisce alle altre terre<br />

^ià in suo possesso, ossia quelle appartenute un tempo agli ahi al-Fàris<br />

fossia i re sassanidi), o a quelli jiersiani uccisi durante le conquiste, o a<br />

quelli che erano fuggiti abbandonando i loro beni: ed infine tutte quelle<br />

che non erano intestate ad alcuno nel catasto (lam yak un fihà ah ad<br />

yumsah alayhi), e che non erano .soggette alla tassa fondiaria kha-<br />

ràg. Queste terre appartengonc» ai Musulmani: se cosi vuole, l'imam può<br />

affidare la terra a chi gli piaccia, affinchè questi la coltivi alla condizione<br />

di pagare una certa somma all'erario musulmano: e l'avanzo (al-fadi ah)<br />

rimane all'affittuario: oppure l'imam può amministrare direttamente i fondi<br />

fon operai presi a mercede con danari dell'erario e passare cosi tutto il red-<br />

dito netto a benetìcio della comunità musulmana: infine l'imam può cedere<br />

in feudo la terra (aqta'ahà) ad uno che ha procurato grandi vantaggi ai<br />

Musulmani (come compenso por i suoi .servizi) (-) (Yaliya. 8. lin. 11-21).<br />

Nota 1. — Uà questa art'ermazii>ut^ è cliian) come i Musiiliiiani in princij>io non fossero ubbligali<br />

al pagamento del kharàg. ritenuta come imposta propria dei sudditi, e che quindi quando una terra<br />

pagante kharàg diventava proprietà di uu musulmano, doveva cessare di pagare la tassa ^cfr. g 70H|.<br />

R probabile però che già in un tempo assai remoto — non si può dire con alcuna certezza sotto quale<br />

Califfo, ma difficilmente prima di Mu'àwiyah — si t«nta88e di porre la legge, a cui si fa cenno nella<br />

prima frase della presente tradizione. L'urgenza di un provvedimento per salvare il bilancio dallo Stato<br />

ni fece sentire assai presto. Cionondimeno i convertili non risi)ettarono la nu.iva legge e nell'abbrac-<br />

ciare l'Isiàm non vollero cedere le loro terre alla comunità, né pagare il kharàg (cfr. § 737 e nota 2).<br />

Da ciò contiitti, complicazioni e profondi malumori, aggravati poi dai continui torbidi interni e il turbamento<br />

economico che si comprende come ciò stimolasse i Musulmani a conijierar terre ed i su

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