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Annali dell'Islam

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23. a. H. §§ (502.604.<br />

L' intromissione dunque del Califfo, come capo responsabile della co- 23. a. H.<br />

• • il 1 • il -j^v i- ., -1 , ., 'Le condizioni fimunità<br />

islamica, m una imperiosa nece.ssità e torse atto gradito e deside- scali delie pro-<br />

rato dai guerrieri. Veniamo perciò ad inferire che le circostanze assai più vincie conquista<br />

che la volontà stessa del Califfo 'Umar, posero infine nelle sue mani la d^ominlo'^'arabo<br />

decisione definitiva sulle sorti delle provincie conquistate. In questi tatti ^ '" particolare<br />

la tradizione ha attribuito ad 'Umar un merito ed una iniziativa mag- xim°ar'<br />

giore di quanto correttamente gli competono (efr. Lammens, Ziyàd b.<br />

.\bihi. RSO., voi. IV. 211-212).<br />

Diamo ora alcune tradizioni che espongono quanto Umar avrebbe<br />

tatto per la divisione delle terre, secondo la versione ulticiale delle scuole<br />

fradizionistiche.<br />

§ 603. — (Yah3a b. Adam, da Hasan b. Sàlih). H Sawàd era un tempo<br />

nelle mani dei Nabat, i quali furono poi soggiogati dai Persiani, ahi a 1 -<br />

F à r i s, e dovettero pagare ai loro nuovi signori la tas.sa kh a r à g. Quando il<br />

paese fu conquistato dagli Arabi, questi lasciarono i Nabat (= contadini),<br />

i Dahàqin<br />

(— piccoli feudatari del regime sassanida), e tutto il ISawàd nelle<br />

stesse condizioni, nelle quali li trovarono (tarakù... ala hàlihim): gli<br />

Arabi posero la tas.sa gizyah sulle teste degli uomini e misurarono a questi<br />

K' terre che erano nelle loro mani, e posero su di esse la tassa kharàg.<br />

Inoltre s'impadronirono (qabadù) di tutte le terre, che non erano nelle<br />

mani di alcuno, e queste divennero sawàfi li-1-imàm (Yahya, 7-8).<br />

Mi par qui abbastanza bene indicato che i Musulmani non turbarono<br />

l'esistente regime della proprietà e si ritennero entrati in pos.sesso (qabadù)<br />

soltanto di quelle terre, che non erano in mano di alcuno. Furono<br />

lasciati i contadini (Nabat) servi della gleba nei loro fondi, e non ven-<br />

nero in nulla mutati i rapporti esistenti tra questi ed i piccoli proprietari<br />

>i feudatari (dahàqinj, che erano anche in parte agenti del governo cen-<br />

trale. L'ultima frase vuol dire semplicemente che là dove non esistevano<br />

più i proprietari o feudatori, si sostituì la collettività islamica, rappresen-<br />

tata dai luogotenenti del Califfo.<br />

Gli abitanti del Sawàd — già fu più volte rammentato — odiavano<br />

i Persiani e accolsero gli Arabi come redentori dalla schiavitù.<br />

§ 604. — (Yaliya b. Adam, da Muhammad b. Talliah b. Musarrif al-<br />

\'kmì. da Muhammad b. al-Musàwir, da uno saykh dei Qurays, da Umar<br />

b. al-Khattàb). I capi del Sawàd fru-asà a 1-Sa wàd), fra i quali era ibn ai-<br />

Rufayl ('). vennero dal Califfo 'Umar e gli narrarono. che i Persiani avevano<br />

(nei tempi antichi) conquistato il loro paese, opprimendo poi gli abitanti<br />

in mille modi, fino a violare le loro donne. « Quando avemmo notizia di<br />

• voi. nr- fummo tutti felici, e rimanemmo maravigliati dell'opera vostra.<br />

:i5".<br />

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