Annali dell'Islam

23. a. H. j5 8JL4 815.
teraria, t- quindi membro d'ima classe che teneva vivamente a distino-uei-si 23. a. h.
dai nomadi. Questi appunto vestivano, allora come oggi, abiti laceri rat-
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toppati. Tale foggia era in Arabia l'espressione più pubblica e palese di vrano: sintesi
miseria e di bassa condizione sociale: quindi nulla 'di meno conveniente w*!'* *"*,«'! !
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ad un sovrano arabico. Non è credibile che 'Umar, in opposizione ai gusti
ed alle consuetudini di tutti gli Arabi sedentari e civili, in mezzo a cui
viveva, adottasse i modi di vestire dei ladroni del deserto, di una classe
temuta e spregiata dagli abitanti di Madinah : si sarebbe attirato addosso
il ridicolo ed il disprezzo.
§ 815. — Dei primi anni di Umar non abbiamo notizia: è certo che
i suoi genitori ed antenati non godessero alcuna autorità in Makkah pa-
gana: la sua tribù era piccola e priva d'influenza politica. Vari indizi di
tempi posteriori, nonché lo stesso silenzio delle fonti, ci permettono d'in-
ferire con sicm-ezza che egli nascesse povero, da famiglia oscura e plebea,
e che apparteneva al gruppo esterno dei Makkani, ai Qurays al-Zawàhir
(efi-. Lammens, Le triumvirat, pag. 117) ossia a quelli che non si pos-
sono considerare propriamente Qurays nel senso più antico del nome ('j.
Sua madie pare che fosse di origine negra (cfr. § 176, nota 1). L'albero
genealogico di Umar, quale fu compilato dai genealogi di professione
tra il I ed il ii secolo della Higrah, nella linea ascendente degli ante-
nati s'incontra con quella del Profeta in Ka'b (otto generazioni prima di
Maometto): con questo artificio si è voluto provare che perciò Umar
fosse un qurasita. Secondo le teorie posteriori solo un qurasita poteva essere
Califfo. Noi dubitiamo di ciò, e siccome non dubitiamo che l'albero genea-
logico sia stato accomodato in età più recenti per nobilitare tutto quanto
ebbe che fare con l'Isiàm e con i suoi fondatori, non attribuiamo importanza
alcuna all'albero genealogico di Umar. Quando Maometto volle mandare
un suo rappre.sentante a Makkah per trattare con i Qurays, nell'anno 6. H.,
durante la spedizione di al-Hudaylnyyah, Umar respinse l'invito del Pro-
leta di esser suo ambasciatore nella città nativa, perchè tra lui ed i
Qurays non esistevano vincoli di sangue che potessero garantire la sua
incolumità: quei membri della famiglia di Umar, che ancora si trova-
vano in Makkah, erano persone di grado troppo umile da potergli ])or-
gere alcuna difesa. 'Utjimàn, sebbene uomo elegante e raffinato, poco di-
sposto ad affrontare pericoli ed incomodi, appunto perchè era un vero
qurasita e strettamente imparentato con le maggiori famiglio della città,
non esitò a presentarsi in Makkah nelle vesti di ambasciatore musulmano:
nessuno o.sò toccargli un capello. Infatti quando più tardi 'Umar ed abù
Bakr, che erano della medesima condizitme, afferrarono il potere, i Qurays
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