Annali dell'Islam

23. a. H. 5§ 537, 538.
tato Umayyade fondandosi su consuetudini invalse nel periodo antecedente. 23. a. h.
, . ' • T 1 - T-i 1 T 'TT ILa zakàt, la sasin
dai tempi di abu Bakr e di Umar. daqah e le isti-
(Yahya b. Adam [t 203. a. H.], senza i sn ad). La tassa zakàt si riturioni
fiscali la-
scuote sulla terra, sulla sementa, sui fi-utti : quelle terre che non sono gra- ta.l
vate da imposta kharàg. sono terre dell' ard u-sr: r'u.si- è lo stesso
che la sa daqah. o il zakàt, la tassa cioè imposta ai Musulmani sulle
loro sementa e le loro frutta. Quando però il territorio è irrigato artifi-
cialmente con secchie, allora si ri.scuote la metà del decimo. I generi che
pagano le imposte sono:
1" hintah, o fiumento;
2° s a '
i r , o orzo ;
li" tamr, o datteri;
4° zabìb, o uva secca.
Su quali altri generi si debba pagare la tassa regna grande divario
di pareri fia i giureconsulti: alcuni affermano che tutti i prodotti devono
pagare, pei-fino un fascio (huzmah) di verdura (baql): altri .sostengono
che si debba pagare soltanto su quelle cose che rimangono ancora ai pro-
prietari dei fondi dopo che è trascorso un anno (marra al-hawl), vale
a dire tutto ciò che rimane in più oltre quello che è necessario per vi-
vere, includendo in ciò tutte le specie di sementi di cui si fa misura
(mimmà yukàl) os.sia tutti i cereali, il riso, la dzurrah. il siinsim
(coriandro), l'orzo fsult), i fagiolini (lùbiyà) e simili. Altri però ammet-
tono la tassa soltanto sui quattro già menzionati (grano, orzo, datteri e
uva secca) fondandosi sopra una tradizione del Profeta, benché vi sia di-
vario d'opinioni sulle ultime parole della medesima. Alcuni affermano che
si debba pagare su qualunque quantità :
altri sostengono che una quantità
inferiore a cinque wasq (=60 sa"; un sa' pari a 8 rati) sia esente
da imposta, e soggiungono che non si deve sommare il peso di tutti i
prodotti assieme, ma soltanto ogni prodotto a sé. Altri invece sono del
parere che si debbano sommare i
pesi del grano
«' dell'orzo, e quelli dei
datteri e dell'uva secca, considerando il grano pari all'orzo, ed i datteri
pari all'uva secca. La scuola di Madinah e della Siria affermano «he si
debba pagare la zakàt sopra gli erbaggi (al-khadr) in quantità supe-
riori al valore di 250 dirham: osse eguagliano l'orzo al grano, ma non
i datteri all'uva secca (Yahya, 78-79; 80, lin. 13 e segg.; 84, lin. 5; 114).
Si noti come non si faccia risalire il regolamento sino al Profeta, ma
sia dato .senza fonte isnadica.
§ 538. — (Yahya b. Adam, da Hasan b. Salili;. Altri affermano che tutte
le terre, che non .sono irrigate da fiumi, ma hanno .sole sorgenti (entro pozzi,
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