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Annali dell'Islam

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23. a. H.<br />

[NECROLOGIO. -<br />

Ghaylam b. Salamah.1<br />

ss 3854*7. 23. a. H.<br />

• grandi, robuste, o le bianchf , pesanti, che vivano all'ombra di una tenda<br />

« che ha seguito (= appartenente a famiglia di capi) o di avi desiderati.<br />

« evitate soprattutto le donne corte e molli: non c'è cosa più odio.sa per<br />

« me, che il difensore dei miei carnei! e il sostenitore del mio onore debba'<br />

« essere un uomo corto e molle (= i figli di una tale donna) » ('). Quindi<br />

prese a dire :<br />

sua razza.<br />

Spes.^o v'i-ra una rionna libera dalle luaniexe distinte, che ritraeva ornamento dalla<br />

Io mi mossi verso di lei ed essa non disdegnò la mia offerta; e io la condussi via<br />

dalla sua gente ed essa partì con me.<br />

(Agli ani, XII, 47, lin. 28-48, lin. 3) [T.].<br />

Nota 1. — Presso gli Arabi antichi il tatto frequentissimo che i figli maschi rassomigliano più<br />

alla madre che al padre, era assioma indiscusso, che aveva sicuramente un fondamento morale nelle<br />

memorie del matriarcato antico. — Cfr. § 184 e nota 2.<br />

§ 386. — (Muhammad b. Mazyad b. abi-1-Azhar, da al-Zubayr b. Bakkàr<br />

da Umar b. abì Bakr al-Mawsili, da Abdallah b. Mus'ab, da suo padre :)<br />

Nàfi' b. Ghaylàn b. Salamah al-Thaqafi cadde combattendo con Khàlid b.<br />

al-Walid in Dumah al-Grandal ; Ghaylàn<br />

fii colpito da una immensa tri-<br />

stezza per la sua morte e lo pianse abbondantemente, e disse in una elegia<br />

per lui :<br />

sorpresa ?<br />

Che ha il mio occhio che non si chiude mai, senza che il pianto venga a me di<br />

Io sto ad osservare le stelle della notte al loro sorgere, per tutto il corso della notte,<br />

finché si a%'vicinano al tramonto.<br />

O Nàfi', chi darà addosso ai cavalieri fuggenti dinanzi ad un cavaliere che minaccia<br />

le teste degli awersariiV<br />

Che se io potessi, creerei in me Nàfi', fra l'ugola e il mezzo della mia lingua.<br />

Siccome egli insisteva nel piangerlo, gli si fecero dei rimproveri, ed egli<br />

rispose : « Pei- Allah, se il mio occhio è largo delle sue lagrime, non ne<br />

« sarò io avaro per Nàfi' ». Ma col passare del tempo, cessò anche questo<br />

suo modo di esprimersi e avendogli qualcuno fatto delle osservazioni, ri-<br />

spose : « Nàfi' s' è distrutto, e anche il mio dolore è consumato ; egli è spa-<br />

« rito e anche le mie lagrime sono finite ; è ormai vicino il momento in<br />

«cui lo raggiungerò» (Aghàni, XII, 49, lin. 4-13 j [T.j.<br />

Su Ghaylàn b. Salamah cfr. anche Yàqùt, III, 197, 500; Hisàm,<br />

852; Balàdzuri, 471; Atiiir. Ili, 61; Nawawi, 600; al-Isti'àb,<br />

530, n. 2200; Dzahabi Tagrid, II, 6, n. 22; Eustah, 216; Buh-<br />

turi. 42; Hammer Litter. Arab., I, 446, n. 189.<br />

Guz- b. Diràr.<br />

§ 387. — ((xuz- b. Diràr, fratello di al-Sammàkh, e alcuni versi sulla<br />

morte di 'Umar). Guz- b. Diràr è colui che compianse 'Umar b. al-Khattàb<br />

coi seguenti versi:<br />

ao4.

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