10.06.2013 Views

Annali dell'Islam

Annali dell'Islam

Annali dell'Islam

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

23. a. H. §§ 676, 677.<br />

La confusione divenne caotica e raggiunse il colmo nella seconda metà del primo st'colo della 23. a. H.<br />

Higrah, come risulta dalle sentenze e pareri dei giureconsulti, i quali tentarono di mettere un po' d'or- [Le condizioni fi-<br />

dine nella confusione, fissando alcuni principi generali. La confusione però dei precedenti, il disaccordo scali delle pro-<br />

fra la lettera dei più antichi trattati, e Io stato di cose realmente esistente si ritrova intiero nelle seii- vincieconquista-<br />

tenze dei più antichi giuristi, nella mente dei quali trovansi gettati insieme in disordine pressoché ine- teal princlpiodel<br />

stricabile il concetto antico del tributo fisso ed i concetti più moderni ohe la tassa dovesse provenire dominio arabo,<br />

dall'insieme dell'imposta per testa e della imposta fondiaria. Dacché questi due modi diversi di (lagarr e in particolare<br />

le imposte non erano fra loro conciliabili, troviamo anche nei tradizionisti inconciliabili disaccordi. sotto il regno di<br />

Per ai-rivare al vero noi dobbiamo perciò, dopo quanto si è detto in questa nota, non tenerci sempre Umar.]<br />

legati alla parola, ma interpretare il testo, là ove la nostra fonte è in errore.<br />

Una grande difficoltà incontrata dal governo musulmano e dagl'interpreti della giurisprudenza<br />

quranica ed islamica, risiedeva nel fatto che durante le conquiste, quando vennero conchiusi lutti i<br />

trattati, e pattuiti tutti i tributi fissi, i conquistatori arabi nello st pulare gli accordi non presero<br />

mai in considerazione la possibilità che i vinti sottomessi a tributo avrebbero abbracciato l' Isiàm :<br />

nei trattati si parlava della popolazione sottomessa e dei suoi obblighi, come se avesse sempre a con-<br />

servare immutata la sua fede. In questi trattati tutta la comunità era considerata obbligata in solidum al<br />

al pagamento del tributo: se uno mancava ai suoi impegni, agli altri toccava pagare del proprio la dif-<br />

lerenza (cfr. paragrafo seguente, in finei. Ciò era perfettamente giusto in massima, finché non v'erano<br />

conversioni. Queste portarono il nodo al pettine. Non si poteva presumere che, se metà della popolazione<br />

abbracciava l'Isiàm, e perciò non pagava più né la tassa per capo, né la tassa fondiaria, l'altra metà<br />

dovesse, per mantenere i patti pagare il doppio. L'assurdo veniva poi in evidenza se tutla la comunità,<br />

abbracciando la nuova fede, non era più obbligata al pagamento, perché convertita; il trattato esisteva<br />

però sempre, e la comunità come ente astratto avrebbe dovuto continuare a pagare il tributo, ma non<br />

v'era più un solo abitante che vi dovesse contribuire, l^uindi il trattato antico diveniva nullo, oppure,<br />

se si voleva mantenere, imponeva una ingiustizia e costituiva una violazione della legge.<br />

Si noti ancora che i Musulmani non dovevano in alcun modo confondere l'importo delle tasso<br />

musulmane con quello delle tasse riscosse dai non musulmani, perchè nei primordi, quando si era più<br />

fedeli alle tradizioni ed alla lettera del Quràii, l'importo delle une aveva una destinazione ben diversa<br />

dalle altre. Quindi gli agenti delle imposte non potevano con tasse riscosse a Musulmani colmare la<br />

differenza nel reddito delle imposte riscosse dai non musulmani.<br />

Da ciò si comprende che il governo si trovò dinanzi ad un dilemma assai difficile, la cui solu-<br />

sione, ((ualunque essa fosse, doveva essere di necessità o una violazione delle tradizioni e perciò ille-<br />

gale, o un'ingiustizia, benché la lettera della legge fosse mantenuta e rispettata.<br />

Il governo, distratto da guerre civili continue, sovente in mano di uomini malvagi e rapaci,<br />

tenue una condotta delle più irregolari: ora impose ai non musulmani la differenza prodotta nei tributi<br />

per la conversione degli altri, ora impose ai convertiti la stessa tassa che pagavano prima di conver-<br />

tirsi. Il fattore immutabile di tutte queste irregolarità ed ingiustizie fu che il governo o in un modr.<br />

o in un altro doveva avere i danari per le sue guerre, i suoi capricci, le sue pazzie e per i suoi veri<br />

bisogni. La necessità di vivere sopraffece alfine tutti gli scrupoli, e violò tutte le leggi: ai giurecon-<br />

sulti toccò l'arduo compito di accomodare i fatti esistenti con la legge ed i trattati primitivi, e fecero,<br />

nei loro sforzi laboriosi, come colui che tenta mescolare l'acqua con l'olio.<br />

§ 677. — (,Yahya b. Adam, da Hasan b. Sàlih). « Abbiamo udito » che<br />

tutta quella parte del Sawàd che giace di qua dai monti (della Persia, ossia<br />

T'Iràq) è fay; quello che è al di là dei monti (ossia l'altipiano iranico, la<br />

Persia), è sulh (ossia terre sottomesse con trattati) ('). Quelli sottomessi<br />

per trattato debbono pagare quanto è convenuto nei patti e niente più, e<br />

non s' interviene per quanto hanno terre (f a - y u kh a 1 1 a b a y n i h i m w a<br />

bayn ardihim). Se questi però non riescono a pagare, bisogna dimi<br />

nuire l'imposta; ma se invece rimangono in possesso d'un margine, non<br />

bisogna aumentare il tributo: l'imam deve proteggerli se si fanno torto<br />

a vicenda, perchè il tributo è stato .imposto su tutti i vinti in ragione<br />

dei loro mezzi e dei loro averi in danari o in terre. La comunità tas-<br />

886.<br />

S

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!