Annali dell'Islam

§§ 8i3o, 831. 23. a. H.
23. a. H. vitiuo gli venisse in aiuto. Intanto per vie indirette cercò di screditare
iuomo°ed 1^50- lvi}^li'^ b. al-Walid, e non solo gli diede una posizione oscura e lo tenne
vrano: sintesi lontano da Ogni operazione militare che potesse aggiungere lustro al .suo
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nome, ma cercò anche attivamente di porlo in cattiva luce dinanzi ai fedeli
e cosi possibilmente chiudergli la via al potere se avesse a sopravvivergli,
con la confisca, si dice, di metà dei suoi beni, e accusandolo apertamente
di appropriazione di danari pubblici (cfr. 18. a. H., §§ 135 e segg.).
Questo è, nella storia dei rapporti tra 'Limar e Khàlid, il momento
in cui regna la massima oscurità ed incertezza. I fatti come li narrano
le tradizioni, sempre poco abili nella difesa degli eroi dell' Islam, potreb-
bero essere interpretati sia a scapito di Umar, sia a danno di Khàlid, sia
infine a scapito di ambedue. 'Umar fa la figura di uomo pieno di bassi
rancori, incapace di perdonare o di dimenticare. Khàlid d' altra parte
appare sotto l'accusa di malversazioni di danari pubblici, e di una vita
licenziosa in Hims, assai poco conforme a quella che il Qui"àn esigeva dai
fedeli. In siffatte accuse dev'esservi molto di vero, ed è probabile che la
colpa dello storico dissidio tra i due grandi paladini dell'Isiàm conquista-
tore sia egualmente da dividersi fra ambedue le parti.
Data la precedente condotta di Khàlid noncurante di qualsiasi ritegno,
avido di piacere, iiTuente, autoritario, non possiamo respingere come falsa
r insinuazione che egli non già per disonestà, ma appunto perchè non ri-
teneva vi potesse essere alcun ritegno per lui nella sodisfazioue dei suoi
piaceri e dei suoi capricci, abbia considerata, nel suo governo di Hims, la
cosa pubblica come cosa propria. Tanti altri suoi colleghi, cominciando da
Amr b. al-'As ed abù Hurayrah caddero nella medesima colpa. Aggiungi,
nel caso di Khàlid, che egli si sentiva sotto il peso di una grande ingiu-
stizia : nessuno
aveva reso alla causa dell'Isiàm servizi maggiori di lui, e
, la più nera ingratitudine era la sola ricompensa d'aver rischiato cento
volte la vita sui campi di battaglia e d'aver il corpo coperto di cicatrici.
Per questo appunto, amareggiato da si cocente disinganno, non solo la
sua salute può avere sofferto accelerando la fine in modo prematuro, ma
è assai verosimile, come del pari insinuano le tradizioni, che per stordirsi
si abbandonasse ad eccessi sensuali, che rovinarono ancor più la sua sa-
lute ed accelerarono la fine. Fu forse anche questo un mezzo escogitato
da 'Umar per liberarsi dal temuto collega?
§ 831. — Dal precedente esame dei casi di Khàlid il Califfo Umar
n'esce in modo, per dire il meno, poco simpatico; ma è nostro dovere im-
parziale di storico di addurre a sua parziale giustificazione quelle ragioni
più evidenti, che i fatti ci suggeriscono.
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