Annali dell'Islam

$§ 840, 841. 23. a. H.
23. a. H. ,]ei seguaci, intraveduta la sua fisionomia morale, lo temette con simpatia,
i'uo^mo°ed irso- perdonandogli i modi talvolta aspri, perchè s' imponevano per la vigoria
vrano: sintesi ,. la sincerità di cui eran l'effetto. La bontà d'animo, quale l'ebbe il suo
deisuo^caiiHato 1 succBssoze
'Uthmàn, implicava debolezza, debolezza che dava ragione di
sospettare influenze esti'anee ed intei'essate, e da ciò disprezzo, sospetti,
disorganamento amministrativa e infine violazione delle leggi. La tradi-
zione ha glorificato assai la figura del Califfo, ma non v'è dubbio che 'Umar
riscotesse in larghissima misura la stima, il rispetto e forse anche sino a
im certo punto l'affetto dei suoi contemporanei.
Nota 1. — Caratteristica e di vivace rappresentazione grafica è, a questo riguardo, la seguente
scenetta, che mette conto di riferire da Bulihàri.
CAbd al-'aziz b. 'Abdallah, da Ibràhim b. Sa'd, da Sàlih, da ibn Sihàb, da 'Abd alhamid, b. 'Abd
al-rahmàn b. Zayd, da Muh. b. Sa'd b. abi Waqqàs, da suo padre). Una volta 'Umar domandò di entrare
dal Profeta, mentre questi si trovava con alcune donne qurasite, che parlavan con lui ed alzavan di
molto le loro voci sulla sua. Or quando 'Umar chiese di entrare, quelle si levarono e s'affrettarono a
coprirsi il viso col velo. Avutane licenza, 'Umar entrò e trovò il Profeta che rideva. Disse 'Umar: «Dio
«faccia sempre sorridere i tuoi denti, o Inviato di Dio». Allora disse il Profeta: «Ammiravo codeste
«qui che se ne stavano presso di me; e quando hanno udito la tua voce, si sono affrettate a velarsi ».
Soggiunse 'Umar: «Assai più di me tu meriti di essere temuto, o Inviato di Dio». Poi, vellosi aJ
esse: «O nemiche delle anime vostre, voi avete paura di me, e nou ne avete dell'Inviato di Dio?».
Ma quelle risposero: «Sì, perchè tu sei rozzo e duro più che nou sia l'Jnviato di Dio ». Rispose allora
il Profeta: «0 figlio di al-Khattàb, per Colui nelle cui mani è l'anima mia! Se Satana t'incontra per
«via, è certo ch'egli scantona» (Bukhàri, ed. Krehl, II, 426).
§ 841. — Si vuole che fosse molto severo con le donne, ed incutesse
fin nel gineceo del Profeta, un santo terrore: anche in questa caratteri-
stica dobbiamo guardarci dalle esagerazioni, perchè siccome 'Umar divenne
poi per i tradizionisti il modello degli ottimi musulmani, e siccome l'Isiàm
del II secolo della Higrah, quando si compose il hadith, è assai poco
favorevole al mondo muliebre, le scuole ostili alle donne in generale, cari-
carono le tinte. Fu però uomo sensuale, come tutti i suoi coetanei e con-
nazionali, e forse fu brutale nella manifestazione dei suoi sentimenti verso
il sesso più gentile. Ma la durezza del suo carattere fu più che altro mani-
festazione d'un sentimento imperioso, che esigeva la pronta osservanza delle
leggi e delle consuetudini, senza timidità e senza dubbiezze o transazioni.
Più difficile è rispondere al quesito se Umar avesse spirito veramente
religioso, perchè noi abbiamo già notato altrove — accogliendo intera-
mente alcune geniali affermazioni del Becker — che nel ritratto tradi-
zionistico di abù Bakr e di 'Umar si sono infiltrati molti elementi ten-
denziosi .
cristiani, tratti dalle descrizioni delle vite dei santi. Le dure prove
del periodo makkano avevano fatto una severa cernita tra i seguaci di
Maometto, e non v'è dubbio che i Compagni fuggiti con Maometto a Ma-
dìnah rappresentavano gli elementi più schiettamente religiosi della città.
Ma lo studio più approfondito dei fatti storici conferma il carattere erroneo
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