Annali dell'Islam

23. a. H.
[Le condizioni fi-
scali delle Pro-
vincieconquista- teal principiodel
dominio arabo,
e in particolare
sotto il regno di
'Umar.!
7»! ~H\ 23. a. H.
(li "rado o di fortuna, elio in principio del dominio romano ammontava
a sedici (Ira e II me, e poi lentamente durante l'impero, forse per effetto del
deprezzamento della moneta imperiale (di lega sempre più deficiente), salì
a dicias.sette ed infine a venti dra e h me. Ogni quattordici anni l'ammini-
strazione faceva un censimento, casa per casa, di tutti gli abitanti, e si
com[)ilava il registro o ruolo, che doveva dui'are sino al nuovo censimento,
con quelle leggiere modificazioni anniiali apportate dalle denunzie di varia-
zione prescritte dalla legge (^emigrazioni, immigrazioni, morti, ecc) fMilne.
121-122),
6" Sulle tasse indirette bastano poche parole. Vi erano gabelle in-
feerne, specie di dazi consumi (octioi), come si usa ancora nei comimi
d'Italia e di Francia, gabelle sul transito lungo i fiumi ed i canali, ga-
belle che colpivano tanto persone che merci. Le merci pagavano dazi nei
porti principali del paese, tanto fluviali che marittimi, e pare vi fosse
una tassa speciale preferenziale contro le merci provenienti d'Arabia. Vi
erano tasse del 10 per cento sulle vendite, del 5 per cento sulle eredità,
del 5 per cento sulla manomissione di schiavi, dell' 1,6 per cento sulla
registrazione di documenti legali, e via discorrendo (Milne, 122-125),
7" È infine importantissimo menzionare i servizi obbligatori, il man-
tenimento degl'impiegati del governo in viaggio por ragioni d'ufficio, la
riparazione degli argini, lo spurgo dei canali, e simili. Un servizio special-
mente gravoso e temuto era quello imposto ai capi di villaggi, di riscuo-
tere a tutto loro rischio l'ammontare prescritto delle imposte: molti vi
perdevano tutta la loro fortuna, se gii abitanti ritardavano il pagamento
delle tasse, o se il distretto non rendeva quanto era imposto nella riparti-
zione preventiva (Milne, 125-126). Noteremo per ultimo la rifornitura