Annali dell'Islam

23. a. H. g§ 681-633.
Secondo alcuni però, aggiungo Sa'id b. abi Urubah, il garib di palme 23. a. H.
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(al-nakhl) j^agava dieci dirhani; il garib di vigneti, otto dirham scali delie pro-
(Yùsuf, 21, lin. 1-2). vlncie conquista
teal principiodel
Nota 1. — Questi numeri precisi sono da accogliersi con beueficio d'inventario, perchè rispec. dominio arabo,
chiaao probabilmente le norme fiscali di tempi posteriori. — Nella tradizione si scambia poi una parte e in particolare
per il tutto. I due emissari del governo furono incaricati di prendere possesso ed impiantare l'ammini- sotto il regno di
strazione di quelle terre che erano diventate proprietà dello Stato musulmano. Di tutto il resto, ossia 'UmarJ
di quella parte rimasta ai proprietari, non ebbero da occuparsi, perchè per essi continuò a valere senza
modificazioni di sorta ciò che esisteva nei ruoli delle imposte: continuò egualmente a valere quello chi-
oggi in gergo burocratico ed amministrativo suol dirsi il 5 regolamento », ossia quelle norme pratiche
e minute con le quali la legge generale viene applicata ai singoli casi speciali.
§ 632. — al-A'mas, da Ibràhim b. al-Muhàgir, da 'Amr b. Maymùn). Il
Califfo 'Umar mandò Hudzayfah b. al-Yamàn ad amministrare la regione al-
di-là(min warà) del Tigri, e Uthmàn b. Hunayf nella regione al-di-qua
(ma d un a). Al loro ritorno 'Umar li interrogò sul modo come avevano messo
le imposte: « Non avete gravato le vostre due province con un peso supe-
< riore alle loro forze»? Hudzayfah rispose: «Ho lasciato agli abitanti un
«sopravanzo». E 'Uthmàn: «Ho lasciato ad essi il doppio, ma se vuoi,
«leverò anche questo». 'Umar lo interruppe dicendo: «Ma per Dio! Se '
« vivrò per i poveri dell' 'Iraq li lascerò in condizione tale che non avranno
«bisogno di altro amir dopo di me > (Yùsuf, 21, lin. 9-13).
Cfr. anche Yahya, 55, liu. 19, e segg.; 21, lin. 17-26.
§ 633. — (abù Yùsuf, senza isnàd). 'Utlamàn b. Hunayf era luogo-
tenente ('àmil) del Satt al-Furàt, e Hudzayfah b. al Yamàn del Ma-warà-
Diglah min Grùkhà e delle terre irrigate dal Tigri. 'Utjimàn disse al Califfo
di aver imposto alle terre un tributo giusto, che si poteva anche raddop-
piare [senza soverchio aggravio]. Hudzayfah dichiarò che, dopo il pagamento
del tributo da lui imposto, agli abitanti rimaneva un sopravanzo: per il
tributo su quelle terre vi era l'approvazione dei due Compagni del Pro-
feta (') e nessuno aveva fatto opposizione f ). I due luogotenenti riferirono
che la parte coltivata delle terre era assai estesa, e poca quella rimasta
incolta: riferirono anche sulle misure fiscali applicabili alla coltivazione
del suolo. « 'Umar lasciò detto nel suo testamento che non si aggravasse
«.l'ahl al-dzimmah con maggiori impo.ste di quante potessero pa-
« gare, e che si dovesse combattere per difenderli» (Yiìsuf, 27, lin. 23
e segg.).
Nota 1. — Questa espressione ci ricorda che le dociaioni di TJmar o del governo esecutivo non
avevano valore di legge dello Stato se non avevano anche l'appoggio morale di un esplicito consenso
dei Compagni del Profeta sedenti in Madinah a guisa di Senato, assistendo il Califfo nella sua opera
amministrativa e organizzatrice.
Nota 2. — L'ammontare dei tributi fu dunque fissato dallo stesso governo niusulmano al momento
della conquista, ma sempre sulla base di quelli esistenti sotto i Sassanidi. E probabile però che
qualche notizia si riferisca soltanto ai beni demaniali incamerati dal Califfo per il pagamento delle pen-
369.
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