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Annali dell'Islam

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23. a. H.<br />

personali.<br />

§§ 296-2t»8. 23. a. H.<br />

(jgi seguenti pacai :<br />

iu<br />

Siria, in Mesopotamia, in Egitto, nel Bahiayn, in<br />

liHo Umar: sue al-Kùfah, e in al-Basrah, ma la morte gli impedì di mettere in atto sifcaratterìstiche<br />

fgtto disegno (T a b a r i , I, 2737-2738).<br />

§ 296. — (abù Kurayb, da abù Usàmah, da 'Abdallah b. al-\Valid,<br />

da 'Asim, da ibn Khuzaymah b. Thàbit al-Ansàrij. Quando Umar nomi-<br />

nava un governatore (cfr. §§ 229, 298), lo costringeva a firmare un patto<br />

scritto, legalizzato dalla testimcmianza di vari Compagni del Profeta, e fi-a<br />

le condizioni imposte v'erano le seguenti : non<br />

doveva mai cavalcare una<br />

bestia da soma (birdzawn), mai mangiare naqiyy (midolla delle ossa?),<br />

mai vestile stofife fine, e mai impedire con una porta il libero accesso della<br />

gente alla presenza sua (T abari, I, 2747).<br />

§ 297. — fibn Bassàr, da 'Abd al-rahmàn b. Mahdi, da Mansiir b.<br />

abì-1-Aswad, da al-A'mas, da Ibràhim. da al-Aswad b. Yazìd). Quando<br />

venivano a vederlo le ambasciate dalle provincie, il Califfo 'Umar soleva<br />

sempre interrogare i membri delle missioni sulla condotta e sul carattere<br />

dei governatori, e se appurava che prestavano soccorso ai malati, ai po-<br />

veri ed agli schiavi e che davano sempre udienza facilmente alla povera<br />

gente del popolo, rimanendo seduti dinanzi alla porta delle loro dimore<br />

per essere interrogati da chiunque volesse, allora non li destituiva mai<br />

(Tabari, I, 2774-2775).<br />

§ 298. — (ibn Sa'd, senza isnàd). Quando il Califfo Umar mandava<br />

un governatore in una città, (prima di lasciarlo partire) prendeva esatta<br />

nota di tutto quanto possedeva. A più d'uno di questi governatori confiscò<br />

la metà dei beni, quando li destituì dal governo concesso. Tra questi si<br />

menzionano Sa'd b. abi Waqqàs ed abù Hiirayrah.<br />

Egli. soleva conferu'e governi a Compagni del Profeta, come 'Amr b.<br />

al-'As, Mu'àwiyah b. abi Sufyàn, al-Mugh u'ah b. Su'bah e via discorrendo,<br />

ma lasciò tranquilli (y a d a '<br />

u) i Compagni più benemeriti di loro, come<br />

'Uthmàn, 'Ali, Talhah, al-Zubayr, 'Abd al-rahmàn b. 'Awf ed altri loro<br />

simili, per la forza di costoro (quwwah) nell'agire e nell' intuire (al-<br />

'amal wa-1 -basar) ed anche per desiderio di onorarli, e per sentimento<br />

di venerazione. Qualcuno gli domandò : « Pei qual ragione tu non confe-<br />

« risei governi ai maggiori tra i Compagni del Profeta? ». Ed egli rispose:<br />

«Perchè mi ripugna di insozzarli nell'amministrazione pubblica » (Saad,<br />

III, 1, pag. 203, lin. 2-10).<br />

Abbiamo già detto più volte come e perchè il Califfo 'Umar tratte-<br />

nesse in Madinah i suoi colleghi antichi Compagni e li isolasse nella ca-<br />

pitale, togliendo loro ogni ingerenza diretta nelle faccende dello Stato: le<br />

ragioni di siffatta condotta furono principalmente due, sospetti sulla loro<br />

150.

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