Annali dell'Islam

23. a. H. §S 691, 592.
parte del capitolo (a partire dalla pag. 253) è tradotta dal Bercheni nel
suo vecchio ma pur pregevole lavoro su La proprif'tf' territoriale et l'impót
fonder sous les premiers Calif^s, Genève, 1886, pag. 59 e segg.
Per altra bibliografia .su tutti gli argomenti fiscali vedi più avanti
ai §§ 608 p segg.
§ 592. — (III. Li' nuove condizioni fiscali create dalle
(()U(juiste ed i provvedimenti di limar). L'esame dunque dei
versetti quranici che riguardano i rapporti tra l'autorità musulmana ed i sud-
diti non mu.sulmani, nonché l'esame dei versetti che si riferiscono alla preda
tolta ai vinti, ci rivelano che le disposizioni lasciate dal Profeta su questo ar-
gomento sono estremamente vaghe e deficienti: tranne alcune circostanze
-ipeciali che non si potevano ripetere perchè legate soltanto a episodi par-
ricnlari della Inografia del Profeta, tutto rimaneva regolato non già islami-
camente, ma bensì conformo alla consuetudine antica del deserto, ossia il
secolare diritto di preda che rimontava all'allja barltarica della civiltà se-
mitica. Si tenga presente che tale diritto secolare, proprio dei nomadi del
deserto, prevedeva soltanto la conquista di beni mobili, donne, (hmaro,
armi, bestiame, stoffe, gioielli e via discorrendo. Non si trattava mai di
conquiste di terre, che niuno cerca in Arabia. Ai nomadi bastava il pascolo,
(he era comune e promiscuo per i membri d'una stessa tribù, .sopra vaste
distese di terreno, né alcun Beduino si curava della proprietà individuaU-
della terra. Le popolazioni sedentarie che la godevano, ossia gli aiutatori