Annali dell'Islam

23. a. H.
|Le condizioni fi-
scali delle pro-
§§ 573-677. 23. a. H.
duta al Califfo, ed altri sostenevano che la quota dei parenti del Profeta,
dovesse essere concessa ai parenti del Califfo e non più a quelli del Pro-
vincie conquista- feta. Alla fine però convennero tutti (agma'u) che le due quote, su cui
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domìnio arabo, »! discuteva, venissero impiegate nell acquisto di armi e cavalli (kura )
e in particolare (Yùsuf, 12, lin. 8-12).
sotto il regno di
'Umar.l Nota 1. — Maometto fu probabilmente un orfano trovatello adottato nglla famiglia hààimita.
Morto lui, non si seppe più chi fossero i veri pai-enti del Profeta e incominciò il lavorio genealogico
per nobilitare i Hàsimiti e stabilire fra essi ed il Profeta una stretta parentela di sangue, che noi crediamo
non sia mai esistita. Nella presente tradizione è palesemente ammesso che nessuno sapesse chi
fossero i parenti del Profeta.
§ 574. — ('Ata b. al-Sà.*ib). Si vuole però che quando salì sul trono
il Califfo limar b. Abd al-'aziz, per ordine del medesimo, la quota del
Profeta e la quota dei suoi parenti vennero consegnate ai band Hasim (')
(Yusuf, 12, lin. 12-13).
Il grande giureconsulto abù Hanif'ah aff'eima che così facessero anche
i primi quattro califfi, abù Bakr, Umar, Uthmàn e Ali, e ciò secondo il
parere del maggiore numero dei nostri (ossia ortodossi) giureconsulti (Yù-
suf, 12, lin. 12-13).
Nota 1. — Si osservi che la notizia non è data come certa, ma in modo ipotetico. Il Califlo
'Umar II (99.-101. a. H.) fu riformatore religioso e fiscale e gli si attribuiscono molte cose che ai posteri
fu comodo e opportimo di avvalorare con la sua autorità.
§ 575. — Gli ahi al-kitàb (Cristiani e Ebrei) tra gli Arabi furono
trattati come i non arabi (al-a'àgim), vale a dire si riscosse da loro la
gizyah (Yùsuf, 38, lin. 3).
§ 576. — (Cfi-. §§ 664, 661, nota 1). Gli apostati (ahi al-riddahi
tanto Arabi, che non Arabi, devono essere trattati come gli Arabi idolatri,
o l'Isiàm o la morte: da essi non si accetta la gizyah (Yùsuf, 38,
lin. 10-11, 19).
§ 577. — (a) Il Profeta ordinò agii Arabi adoratori di idoli o di ab-
bracciare l'Isiàm, o la morte. Non accettò mai da .essi la gizyah (Yù-
suf, 33, lin. 13-14; 37, lin. 27; 39, lin. 3).
(b) (abù Yùsuf, senza isnàd). N'oli sappiamo che il Profeta, né alcuno
dei suoi Compagni, né alcuno dei Califfi abbiano mai riscosso la gizyah
da Arabi adoratori di idoli: a questi fu fatta la scelta fi-a la morte e
l'Islam (1) (Yùsuf, 37, lin. 30 e segg.).
Nota 1. — Si noti però che Maometto non trattò in questo modo i prigionieri di Badr e delle
altre battaglie vinte da lui: secondo la tradizione egli avrebbe dovuto uccidere tutti quelli che non ai
convertivano : invece li lasciò andare tutti, alcuni dietro pagamento di riscatto, altri senza pagar nuli».
Si consideri poi che molti Compagni ebbero mogli pagane fino alla spedizione di al-Hndaybiyy»h
(cfr. 6. a. H., § 42j.
La notizia contenuta nella tradizione è sicuramente errata.
•Mi.