Annali dell'Islam

§9 648, 649. 23. a. H.
23. a. H. (agni ah), né acquitrini .stagnanti, né terre dove non giunge acqua. Do-
ILe condizioni fi-
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scali delle prò- veva far le uii.sure con il dzira al-savvda, ossia con il cubito allungato
vincie conquista- della larghezza di un pugno, tenendo il pollice un poco .sopra al pugno.
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dominio arabo, Perciò Hunayi misuro ugni cosa al di qua (a occidente, min dun) del
e in particolare moiite di Hulwàu tìno alla terra degli Arabi nomadi, ossia la parte inferiore
•Umar.l
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dell'Eufrate, Asfai al-Furàt. Poi scrisse ad 'Umar informandolo che tutto il
terreno coltivato e non coltivato ... : (lacuna, che comprende la cifra della
superficie misurata) . . . impose
ai ricchi 48 dirham per testa, alla classe
inferiore 24, ed ai poveri 12. « iTn dirham al mese non immiserisce al-
leluio ». diceva 'limar. Il Sawàd rese quindi come kharàg nel primo
anno 80 milioni di dirham, ma prima ne aveva resi 120 milioni (con-
frontisi § 047) (').
Umar riscosse la gizy ah da tutti gli artefici in proporzione del red-
dito della loro industria: così fece anche 'Ali (quando fu Califfo). Dipoi
"Uinar scrisse ad abu Musa al-As'ari d'imporre suU'Ard al-Basrah quel tri-
buto (kharàg) che 'Uthmàn b. Hunayf aveva imposto suU'Ard al-Kùfah.
Scrisse poi anche ad 'Uthmàn b. Hunayf di portare a Madinah le grati-
ficazioni (a '
t i y y a t) che agli abitanti spettavano, perchè essi erano da con-
siderarsi come i colleghi (di quelli che si erano battuti nell' 'Iraq) (^). Ob-
bedendo a quest'ordine, 'Uthmàn b. Huua3^f portò a Madiuah dai venti ai
trenta milioni di dirham (Ya'qùbi, II, 173-176).
Nota 1. — E chiaro che lo scrittore si dibatte tra i suoi preconcetti sulla istituzione fiscale ed
i dati che trovava nelle sue fonti. Egli vorrebbe farci credere che 'Utjimàn b. Hunayf esigesse due
tasse distinte, quella fondiaria (kharàg) e quella per testa (gizyahì, ma viceversa poi non può for.
nirci clie i dati dglla prima, nulla ci dice sull'importo della seconda. E chiaro che kharàg significa
tributo complessivo senza speciale indicazione della sua origine, e che ai tempi di 'Uthmàn b. Hunayf
non esistesse ancora nella mente dei musulmani quella distinzione tra kharàg e gizyah, che e*«
invece ormai stabilita ed universale nel mondo islamico ai tempi dello scrittore.
Nota 2. — In quest' ultima frase di al-Ya'qùbi noi vediamo riaft'acciarsi la questione delle gra-
tificazioni (a'tiyyàt), tanto prominente nelle tradizioni di Saj'f b. 'Umar: è palese che un t«mpo si
discusse molto vivacemente la questione di queste gratificazioni e del modo di distribuirle. Ignoriamo
però i termini in cui si pose il problema: nel caso presente l'accenno è specialmente oscuro, perchi
non si parla del quinto del bottino spettante a Dio, ma soltanto delle gratificazioni spettanti agli abi-
tanti di Madinah, considerati, per qualche ragione non specificata, quali colleghi dei guerrieri nell' 'Iraq.
Anche la somma così ingente dà da pensare. Forse alludesi alle pensioni istituite da 'Umar, e di cui si
la parola nel testo di al-Ya'qubi nel periodo iinmediatnmente susseguente a quello che chiude il brano
tradotto.
§ 649. —^ ('Abdallah b. al-Walid al-Madani). I terreni al-sawàfi, ai
tempi del Califfo 'Umar, ammontavano a 4 milioni (di garib?). Furono
detti sawàfi perche (il Califfo 'Umar) si appropriò (a sfa) tutti i terreni
già appartenuti ai re di Persia, o a membri della loro famiglia, o a Persiani
uccisi combattendo i Musulmani, o a quelli che erano emigrati fuori del
territorio musulmano, rifugiandosi all'estero (ard al-harb), o stagni (ma
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