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Annali dell'Islam

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'Umar.ì<br />

s§ 6«4-5C9. 23. a. H.<br />

23. a. H. dizioni. Souo false quindi tutte le deduzioni che da tale principio erroneo<br />

sca° d'elle prò-<br />

' titulizioni.sti<br />

hanno voluto trarre, e bisogna porre su novella base la storia<br />

vincie conquista- dell'evoluzione fiscale delle provincie conquistate. Così comprendiamo anche<br />

dominio arabo. P'''^<br />

facilmente la condotta del Califfo Umar, e ci rendiamo meglio cont<br />

e in particolare come la teoria dei tradizionisti sia palesemente in contradizione in più<br />

luoghi con i fatti del califfato di Umar e con le sue istituzioni fiscali.<br />

Queste ultime si presentano in una luce novella, più conforme alla realtà.<br />

§ 565. — Prima però di continuare la nostra analisi critica è indi-<br />

spensabile aprire una specie di parentesi per aggiungere, sapendo di fare<br />

cosa utile agli studiosi, un bi'eve corredo di tradizioni che trattano dei<br />

])rimordi del sistema fiscale islamico. È necessario nonpertanto di far uso<br />

di queste tradizioni con molta cautela, perchè se qua e là abbiamo notizie<br />

storiche di molto pregio, la grande massa è composizione di età più mo-<br />

derna, fi'utto della teorica posteriore con cui i giuristi hanno creduto e<br />

voluto concordare i materiali tradizionistici con le loro tesi di diritto.<br />

§ 566. — (Yahya b. Adam, da abù Bakr b. 'Ayyàs, da al-Hasan al-<br />

Basri). Quello che i soldati portano nel campo appartiene ad essi, ma le<br />

terre sono di tutti i Musulmani (^) (Yahya, 13, lin. 7-10; 27, lin. 2-B).<br />

Nota l. — Questo è forse copiato dal diritto, o meglio dalla tradizione militare romana, la quale<br />

ammetteva la divisione fra i soldati di tutto il bottino asportabile, ma lasciava sempre indivisa la terra<br />

a beneficio della comunità (cfr. Schmid t, Die occnpafin, ecc., pag. lo-15). — Cfr. §§ .585, 591.<br />

§ 567. — (Muhammad b. al-Sà-ib al-Kalbi, da abù Sàlih, da 'Abdallah<br />

b. 'Abbàsj. Il quinto di Dio, ai tempi del Profeta veniva a sua volta di-<br />

viso in sei (il testo ha per errore cinque) parti: la l'' spettava a Dio, la<br />

2* al Pi'ofeta, la 'ò^ ai parenti (del Profeta), la 4^^ agli orfani, la 5" ai po-<br />

veri e la 6" ai viaggiatori. In appresso itialifiì abù Bakr, limar e 'Uthmàn<br />

divisero il quinto soltanto fra le tre ultime categorie (gli orfani, i poveri<br />

ed i viaggiatori) : lo stesso fece anche 'Ali. Vennero perciò soppresse le<br />

parti per il Profeta e per i suoi parenti (Yùsuf, 11, lin. 17-21).<br />

Questo e alcuni dei seguenti tratti di abù Yùsuf sono anche stati<br />

tradotti, ma non completamente, dallo Schmidt nella sua citata Disser-<br />

tazione.<br />

§ 568. — (ibn Ishaq. da al-Zuhri, da Sa'id b. al-Musayyib, da Gubayr<br />

b. Mut'im). Il Profeta soleva distribuire la porzione del quinto destinata ai<br />

suoi parenti (sahm dzi-1-qurba) fra i banù Hàsim e i banù al-Mut-<br />

talib (sic! intendonsi forse i banù 'Abd al-Muttalib?) (Y ù s u f. 11. lin. 28-30).<br />

§ 569. — (ibn Ishàq, da abù Ga'far). (Riguardo alla sistemazione del<br />

quinto), l'opinione di 'Ali b. abi Tàlib era quella della sua gente (vale a<br />

dire, che una parte di esso dovesse spettare alla famiglia del Profeta), ma<br />

342.

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