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Annali dell'Islam

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23. a. H<br />

[ARABIA. Il Califfo<br />

'Umar : sue<br />

caratterìst iche<br />

personali.]<br />

§§ 259-2fi5. 23. a. H.<br />

« sulle rive dell' Eufrate seuza che alcuno se ne fosse occupato, temerei<br />

«che Dio ne chiedesse ragione al figlio di al-Khattàb! » (Tabari, I,<br />

2739, lin. 4 e segg.).<br />

Cfi'. S 221; Athir, III, 43.<br />

§ 260. — (ibn Khaldun). Il primo a far.si un min bar fo pulpito)<br />

(ittakhadza al -min bar) fu 'Amr b. al-'As, il quale se ne servì allorché<br />

ebbe terminata la costruzione della grande moschea (gami) in Misr. Al-<br />

lora gli scrisse il Califfo 'Umar nei seguenti termini : « È venuto a mia<br />

«conoscenza che tu ti sei fatto un minbar, con il quale ti sei in-<br />

« nalzato sopra alla testa dei veri credenti. Forse non ti basta di essere<br />

« in piedi (avanti a tutti) e di avere dietro di te (nel dirigere le pre-<br />

« ghiere) tutti i Musulmani? Rompi (il pulpito): te l'ordino! » (Khaldun,<br />

Proleg., IL 72-73).<br />

Cfì-. 21. a. H., § 172.<br />

§ 261. — ('Umar b. Sabbah, da al-Madà-ini, da 'Umar b. Mugàsi').<br />

'Umar soleva dire, che l'efficacia nell'agire consiste nel non rimettere il<br />

lavoro dell'oggi al domani, e la vera fede sta nell'evitare contradizione<br />

fra la nostra condotta in pubblico e quella in privato (Tabari, I, 2755).<br />

§ 262. — (Abdallah b. Muslim b. Qa'nab al-Hàrithi, da Màlik b. Anas,<br />

da Zayd b. Aslàm, da suo padre Aslam). Il Califfo 'Umar, dopo aver te-<br />

nuto una lunga predica alla gente dal minbar, ritornato in grembo ai<br />

suoi, disse alla propria famiglia: «Avete udito che cosa io ho proibito:<br />

« sappiate che, se io vengo a scoprire uno di voi quale contravventore a<br />

«questi miei divieti, a lui infliggerò doppia la pena » (Sa ad. Ili, 1, pa-<br />

gina 207, lin. 22 e segg.). — Cfr. § 245.<br />

Lo scopo (tendenzioso?) di questa tradizione è di dimostrare che 'Umar<br />

lungi dall'avere alcuna debolezza verso i suoi consanguinei, li minacciasse di<br />

doppia pena, in caso di mancanza, appunto perchè erano imparentati con lui.<br />

§ 263. — (Abdallah b. Idrìs, da Hisàm b. Hassàn, da al-Hasan). 'Umar<br />

b. al-Khattàb disse : « I sudditi debbono all' imam quello che l' i m a m<br />

« deve a Dio :<br />

se<br />

l'imam vive nell'abbondanza (r a t a '<br />

^ vivono nell'abbondanza» (Saad, III, 1, pag. 210, lin. 13-16).<br />

a), anche i sudditi<br />

§ 264. — (Ismà'il b. 'Abdallah b. abi Uways, da suo padi-e 'Abdallah<br />

b. abi Uways, da Yahya b. Sa'id, da Sa'id b. al-Musayyab). 'Umar b. al-<br />

Khattàb soleva dire : « La gente non cesserà dal camminare per la retta<br />

« via, fintanto che i loro capi ^ le loro guide seguiranno essi pure il retto<br />

«cammino» (Saad, III, 1, pag. 210, lin. 10-13).<br />

§ 265. — Si dice che un tale fece pervenire a 'Umar h. al-Khattàb<br />

un foglio in cui accusava uno dei suoi Compagni. Umar vi appose tale<br />

138.

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