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Annali dell'Islam

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della sua vita e<br />

del suo califfato.<br />

H-21. 23. a. H.<br />

23. a. H. Stato, già goduta vivente Maometto. Per ottenere tale intento non poteva<br />

III Califfo Umar: . , i i- • • i i li. ii i<br />

l'uomo ed il so- iig're da solo; gli occoireva associarsi qualche altro collega sicuro, che<br />

vrano: sintesi velasse un poco 11 SUO ambizioso proposito e garantisse meglio il passaggio<br />

tranquillo del potere dalle mani del Profeta moribondo in quelle del suo<br />

successore. Così per via naturalo, spontanea, direi quasi necessaria, si venne<br />

a quell'accordo, a cui il Lammens lia dato il nome di triumvirato ( Lf<br />

Triumvirat d'Abou Hakr, ecc., in Mélanges de la Fac. Or. Beyrouth., IV, IVà<br />

e segg.), nome improprio, perchè fa pensare al triumvirato romano, istitu-<br />

zione del tutto diversa da quella che fu messa insieme da 'Umar. Abbiamo<br />

conservato nondimeno il termine per deficienza di un altro migliore e più<br />

corrispondente al caso nostro.<br />

A far parte del segreto accordo Umar chiamò innanzitutto abù Bakr ('j.<br />

con il quale era legato d' intima amicizia, al punto di essere suo quasi<br />

inseparabile compagno (Wàqidi Wellhausen, 193). Inoltre abù Bakr<br />

godeva presso il Profeta d'una tale posizione, che nessuno poteva conte-<br />

stargli il primato. La partecipazione di abiì Bakr e la prontezza con cui<br />

'Umar accondiscese a lasciare ad abù Bakr il primo posto, furono i due<br />

fattori massimi dell'esito felice dell'iniziativa di 'Umar. La natura di abù<br />

Bakr si adattava mirabilmente, come già dicemmo, al carattere di 'Umar.<br />

e tra i due uomini per sincera armonia di sentimenti non vi fu mai gelosia<br />

o conflitto d'interessi e di principi (cfì-. Lammens, op. cit., pag. 117-118).<br />

Circa diciassette anni di severa disciplina sotto lo stesso Maestro avevano<br />

creato tra i due uomini un'intesa perfetta, che acquistava poi una saldezza<br />

tutta particolare dalla reciproca fiducia che ambedue mirassero con tutta<br />

onestà al vero e reale bene della comunità. Trattavasi di prevenire con-<br />

flitti fi-atricidi, di salvare da fine immatura l'opera politica e religiosa del-<br />

l'amato Maestro. Se perciò i due uomini arrivarono al potere e ne usarono<br />

con saggezza e discrezione, proseguendo e completando gloriosamente l'opera<br />

del Maestro, non vediamo nell'intesa di essi nulla che meriti rimprovero<br />

e critica.<br />

L'accordo doveva, per la natura delicata delle sue mire, rimanere di<br />

necessità segreto: la sua eflfìcacia maggiore risiedeva appunto nella sua<br />

segretezza. È palese però, dalla testimonianza indiretta di molte tradizioni,<br />

che nell'accordo entrò anche abù 'Ubaydah b. al-Garràh, l'uomo che per<br />

carattere e condizione sociale meglio conveniva ai piani segreti di 'Umar.<br />

abù 'Ubaydah occupava una posizione elevata come intimo e antico Com-<br />

pagno del Profeta; aveva natura e tendenze tali da non incomodare il<br />

carattere dominatore di 'Umar: era uomo mite, tranquillo, privo di vanità<br />

mondane, poco o nulla desideroso del potere, carattere integro ed elevato,<br />

478.

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