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Annali dell'Islam

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§ 827. ^^' ^*<br />

23. a. H. qualche modo ottonei-e dallo schiere combattenti un riconoscimento più<br />

|ll CaliHo Umar<br />

che nominale della sua autorità senza destare sospetti e rancori. In tale<br />

l'uomo ed il so<br />

vrano: sintesi politica difficilissima 'Umar fu assistito dalla fortuna, ma rivelò anche<br />

della sua vita e<br />

del suo califfato.<br />

una singolare abilità. Non dubito, per esempio, che cercasse distran-e l'at-<br />

tenzione degli Arabi da una soverchia attenzione ai fatti della Siria ed<br />

alle glorie di Khàlid. Per questa ragione e non per i preparativi bellicosi<br />

dei Sassanidi, — come dice la tradizione — fi; allestita, nell'a. 13. If., la<br />

spedizione infelice di abù Ubayd al-Thaqafi terminata con il disastro del<br />

Ponte (cfr. 13. a. H., §§ 144 e segg.): poi seguì la spedizione di G-arir b.<br />

'Abdallah al-Bagali con patti di favore nel 14. H. (cft-. 14. a. H., §<br />

segg.), ed infine nel 16. H. la campagna di Sa'd b. abi Waqqàs (cfr. 16. a. H..<br />

§§ 1 e segg.). Lo sbocco naturale per l'espansione islamico-araba era la Siria :<br />

era questa, per millenare tradizione locale, dal regno dei Minei in poi, la<br />

regione alla quale convergevano gli sguardi, le cupidigie e le memorie<br />

degli Arabi occidentali. La Persia cadeva per essi interamente in seconda<br />

linea. Khàlid b. al-Walid vittorioso sui confini della Persia, disdegnò di<br />

proseguirvi i suoi trionfi e corse invece ad unirsi ai suoi colleghi in Siria:<br />

questa era la vera mèta sospirata da tutti, sebbene la Persia si offrisse<br />

come preda più facile a rapire. L' insistenza tre volte ripetuta del Califfo<br />

Umar a mandar genti in Persia, a dispetto della viva opposizione incon-<br />

trata presso le schiere di Arabi occidentali, asconde complessi fini politici;<br />

le prime due spedizioni furono allestite, quando la Siria non era ancora<br />

conquistata e quindi logicamente cadevasi nell'errore di dividere le forze<br />

musulmane. Gli eventi dimostrarono che fu un errore militare, ma pur<br />

'Umar volle insistervi. Sembra perciò ragionevole supporre che tra i mo-<br />

tivi di tale condotta singolare avessero la precedenza su tutti non solo il<br />

desiderio di non abbandonare la conquista della Persia alle tribù del confine,<br />

poco soggette a Madinah, ma anche sovrattutto la necessità di impedire che<br />

l'attenzione di Arabia tutta si concentrasse sui trionfi della Siria e sulla<br />

gloria di Khàlid. Visto sotto tale luce il disastro del Ponte, nel quale Tallì la<br />

spedizione allestita da Umar nei primissimi giorni del suo imperio, acquista<br />

un significato, un colorito suo speciale, perchè di esso 'Umar fu diretta-<br />

mente e personalmente responsabile e lo venne, per così dire, a colpire<br />

in pieno petto; la spedizione mancò al principale scopo che il Califfo si<br />

era lusingato di ottenere, precisamente nel momento critico in cui egli<br />

aveva maggiormente bisogno d'una vittoria, che non fosse dovuta al genio<br />

di Khàlid. Possiamo perciò ben figurarci quale impressione specialmente<br />

dolorosa il disastro produsse sull'animo di 'Umar: ma nulla ci permette<br />

d' inferire che egli o si smarrisse d'animo o cedesse dinanzi all'avversa for-<br />

490.<br />

1 e

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