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Annali dell'Islam

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Sf 39fta95. 23. a. H.<br />

23. a. H. abbandonare' il luoy;o dove si tiovava, non essendo .sicuro della .sua vita ;<br />

INECROLOGIO.<br />

Hanzaiah b. al- perciò si recò da Màlik e gli disse ;<br />

Sarqi.]<br />

lo loderò Màlik fra tutti ì cavalieri che incuntrerò, e lascerò tutti i vili.<br />

Che cosa ho io da fare con le puledre, o le camele gravide grandi, che hanno completi<br />

i denti sadas e i bàzil?<br />

Oramai i vostri cani riconoscono le mie vesti, come se io fossi ano di voi, e io ho<br />

dimenticato i miei.<br />

desiderarne.<br />

Ti hanno elevato fra i banii Samakh delle glorie, aventi rami e radici quante puoi<br />

Allora Màlik gli ri.spose : « Sei .sempre il benvenuto tra di noi. poiché tu<br />

« sei un amico la cui affezione cresce. Avendo tu manifestato il desiderio<br />

« di riunirti ai tuoi e detto che ti teneva lontano da essi la taglia che<br />

« pesava su di te, io ti ho offerto ciò che tu sai; ebbene io ti prego di ac-<br />

« cettarlo in qualunque caso. Rimani con noi nella massima libertà ». Cosi<br />

abù-1-Tamhàn rimase tra loro e mori nelle loro sedi (Aghàni, XI, 1321.<br />

§ 394. — Soggiunge abù Amr, e ci narrò inoltre Muhammad b. Gafar<br />

al-Nahwi genero di al-Mubarrad, da Tha'lab, da ibn al-A'ràbi: La moglie<br />

di abù-1-Tamhàn al-Qa5'ni lo rimproverò per le sue scombande e l'audacia<br />

con cui egli metteva a repentaglio la sua vita, essendo egli un ladrone e<br />

brigante pericoloso. Insistendo essa nei suoi rimproveri per lo sfidare che<br />

egli taceva i pericoli esponendo la propria vita nelle sue intraprese, egli<br />

le rispose :<br />

Se io fossi in (RaymanVi le cui porte custodissero soldati di varie razze e i cani fe-<br />

deli dalle orecchie pendenti,<br />

Anche allora, ovunque io fossi, mi raggiungerebbe la morte, condotta al trotto da<br />

una guida che spia le mie mosse.<br />

Perciò io vado incontro ai pericoli libero da timore: qual'è la terra in cui non vi<br />

sono pericoli?<br />

(Aghàni, XI, 132, lin. 2-24) [T.].<br />

§ 395. — Ci narrò 'Ali b. Sulaymàn al-Akhfas, da Ahmad b. Yahya<br />

Tha'lab, da ibn al-A'ràbi : abvi-1-Tamhàu<br />

al-Qa3"ni abitava vicino ai óa-<br />

dìlah tribù di Tayy. Tra gli uni e gli altri (/) si accesero combattimenti<br />

e scoppiò una guerra che venne detta harb al-fasàd, e i combattenti<br />

si divisero in due campi, da una parte i Gradìlah e dall'altra gli al-Ghawtli.<br />

La guerra fi'a di loro si svolse in quattro giornate, tre di esse favorevoli<br />

agli al-Ghawth e una ai Gadìlah. La battaglia favorevole ai Gadìlah è la<br />

giornata detta di Nàsifah ; le tre vinte dagli al-Ghawth sono quelle di<br />

Qàràt-Hùq, di al-Baydah e di 'Arnàn ; questa fu l'ultima e la più violenta<br />

e finì con la vittoria degli al-Ghawth e la rotta completa dei Gadìlah, i<br />

quali fuggirono, si riunirono ai Kalb, dichiarandosi loro alleati e dimora-<br />

rono per venti anni fi-a loro. Durante questa guerra abù-1-Tamhàn cadde<br />

prigioniero, in mano di due dei Tay}-, i quali ne divennero padroni in<br />

208.

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