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Annali dell'Islam

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^ 676, 676. 23. a. H.<br />

23. a. H. § 675. — ^'^ahya b. Adam afiferma però che 'Ikrimah ritenesse non<br />

|Le '=°" '^'°"'<br />

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scfliiooiicprO'<br />

j-i dovevano cumulare le decime e la tassa fondiaria (a 1 - u s r wa-l-kha- —<br />

vincie conquista- ràg)(') (Y a 11 v a , 10, lin. 8-9).<br />

e a principio e<br />

dominio arauo, *^<br />

^^^ invecc S 763 dove si dice tutto il contrario.<br />

e in particolare , . . . .<br />

, , i, , , ,, „<br />

..<br />

.,<br />

Nota 1. — Secondo i teorici, ogni musulmano dovrebbe pagare la zakat nella forma di decime<br />

sono II rw^j'iU oi _, . . _ > _ _<br />

... , (usr). Se perciò un musulinano compera un ten-eno gravato di kharaK, sarebbe gravato di due im<br />

poste invece di una. Non potendo esimersi dal pagamento della zakat, perchè tassa e dovere religioso.<br />

logicamente doveva essere soppressa la tassa kharàg. — Cfr. la nota del paragrafo precedente.<br />

§ 676. — (Yahya b. 5.dam, da Hasan b. Salili). Se uno dell'ahl alsulh<br />

(gente sottomessasi con trattato di pace) abbraccia l'Isiàm, (dopo la<br />

conchiusione del trattato) si leva il kharàg dal suo capo e dalla sua terra,<br />

e questa diventa ard usr, terra soggetta a decime: se però egli appartiene<br />

a quella gente dell' ahi al-sulh, che hanno accettato nei patti di pa-<br />

gare la gizyah sulle loro teste, e il kharàg sulle loro ten-e, allora chi<br />

si converte non paga più la tassa gizyah, ma continua a pagare la tassa<br />

fondiaria kharàg sulle sue terre come per l' innanzi f) (Yahya. 7<br />

lin. 15-19).<br />

Cfr. anche § 737.<br />

Nota 1. — Questa tradizione è caratteristica per la confusione di concetti e di espressioni pressi^<br />

i giuristi musulmani, confusione generata dall'evoluzione del sistema fiscale musulmano dai primi<br />

tempi fino alla metà del il secolo della Higrah. I giuristi cioè non hanno compreso che in principio<br />

non si fecero tante distinzioni tecniche fra i proventi delle tasse pagate dai primi sudditi dei musal-<br />

mani. Questi si obbligarono a pagare un fribtito, l'ammontare del quale era fissato o da quanto risultava<br />

dai ruoli delle imposte dei caduti governi, o da speciale trattato di pace: nei primi tempi non si fece<br />

veruna distinzione tra le due categorie. Il ti-ibuto divenne una somma che poteva essere aumentata da<br />

arbitrio di governi, ma rimaneva fissa ed immutabile, comunque variassero in numero gli abitanti per<br />

morti ed emigrazioni. Più tardi i legislatori musulmani, venendo a conoscere meglio i sistemi tributari<br />

di Roma e della Persia, scoprirono l'esistenza di due tasse pi-incipali, l'una pagata per capo dagli uomini<br />

adulti, e l'altra pagata dalle terre; l'una cioè pagata in proporzione del numero degli abitanti, e l'altra<br />

in ragione della superficie delle terre. I più antichi trattati non avevano alcuna conoscenza di questi<br />

due tributi per natura variabili, ma avevano imposto un tributo fisso generale senza alcuna considera-<br />

zione sulla provenienza immediata del medesimo. Siccome però tutto l'ordinamento fiscale dei popoli<br />

vinti continuò ad esistere, perchè lasciato in mano agi' impiegati dei caduti governi, e perchè questi<br />

rontinuarono ad esigere le imposte nei modi e con le norme antiche, avvenne di necessità un disac-<br />

cordo fra il tenore dei trattati ed il modo di esigere le imposte: il loro rendimento non poteva mai<br />

esattamente combinare con le somme da pagarsi in tributo all'erario musulmano. Da ciò vennero errori,<br />

ai quali i primi legislatori musulmani, non pratici di siffatte materie, non seppero provvedere. Le com-<br />

plicazioni e le confusioni aumentarono, quando ebbero principio le conversioni di sudditi non arabi, i<br />

quali, rinunziando alla fede antica per la nuova, miravano in grande misura a sottrarsi agli obblighi<br />

fiscali dei non musulmani, e a godere dei privilegi dei veri credenti, che pagavano assai meno imposte.<br />

Que.ìti proseliti insistettero nel non pagare la tassa a capo, che fin a quel momento avevano versato<br />

agli agenti delle imposte, e insistettero che le terre di loro proprietà fossero esenti dalla tassa fondiaria<br />

pagata finora, e venissero inchiuse tra le terre tassate del decimo, come quelle di Mrtti i Musulmani.<br />

E cosi fu fatto in principio; ma coloro che avevano la cura di esigere le imposte, si trovarono a sco-<br />

perto, perchè non potevano più riscuotere le somme di prima e non potevano perciò più garantire l'im-<br />

porto del tributo fisso annuale, concordato nel trattato di pace e di sottomissione. Allora intervenne il<br />

governo agendo in modo molto irregolare e variabile, ora stabilendo che il tributo fosse immutabile,<br />

ora ammettendo riduzioni per etietto delle conversioni, ora condonando l'importo della lassa a capo per<br />

i proseliti, ma conservando la tassa fondiaria sulle terre dei Musulmani.<br />

3S4.

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