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Annali dell'Islam

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23. a. H. §§ 45-2-454.<br />

riodo storico su cui ora ci diffondiamo. — Poco importa se nelle seguenti<br />

tradizioni il poeta Mutammim sia la ligura secondaria, e tutta l'attenzione<br />

si concentra sul fiatello Màlik e sul suo uccisore Khàlid b. al-Walid.<br />

§ 453. — Mutammim b. Nuwayrah b. 'Amr b. Saddàd al-Tamimi<br />

aveva per kunyah abu Nahsal, e suo fi-atello Màlik per kunyah abù-1-<br />

Mighwàr. Màlik era anche chiamato « il cavaliere di Dzu-1-Khimàr », da<br />

un (.avallo che egli possedeva e detto Dzù-1-Khimàr. A questo eavallo egli<br />

alluse nel seguente verso detto dopo una battaglia, in cui aveva avuto<br />

molto a lodarsi di lui:<br />

Dziì-l-Khimàr trasportò di corsa, attraverso i miei deserti, me e i miei bagagli, cosi<br />

che i miei figli teneri sfuggirono alla fame (???;.<br />

(abù Khalifah, da Muhammad b. Sallàm). Màlik b. Nuwayrah era nu-<br />

bile, cavaliere e poeta; dotato di fierezza e superiorità. Possedeva una<br />

chioma immensa e lo chiamavano al-gaful (colui che disperde le nu-<br />

vole?). Màlik fu ucciso nella Riddali da Khàlid b. al-Walid in al-Bitàh<br />

sotto il califfato di abù Bakr [eh: 11. a. H ,<br />

§§<br />

176 e segg.). Egli abi-<br />

tava al-Bitàh, e quando Sagàh si atteggiò a profetessa, la segui, ma più<br />

tardi professò di nuovo l' Isiàm. Khàlid gli mozzò il capo dopo averlo<br />

ridotto all' impotenza, per il che una quantità dei Compagni fra i quali<br />

L'mar b. al-Khattàb e abù Qatàdah al-Ansàri lo biasimarono, avendo egli<br />

sposata la moglie di Màlik dopo l'uccisione di costui l'j. Dicevano che egli ne<br />

fosse già innamorato nella Gàhiliyyah, e si sospettò che egli avesse ucciso<br />

Màlik, benché credente, per poterne dopo sposare la donna (Aghàni, XIV,<br />

60, lin. 9-20J [T.j.<br />

Nota 1. — Questo particolare, Io scandalo perchè Khàlid si prese come moglie la vedova del-<br />

l'ucciso, deve, io credo, avere un significato diverso da quello che comunemente gli si è attribuito. Sicu-<br />

ramente non ha nulla che vedere con la proibizione quranica ('iddah) di non toccare una donna se<br />

non dopo almeno tre mesi che è divorziata dal marito [Qur-àn, LXV. 4: II, 234]. Le tradizioni stesse<br />

lo escludono, perché non ne fanno menzione: Khalid b. al-Walid si curava ben poco del QurAii ! —<br />

Un<br />

dispetto della vera interpretazione ci viene dalle ultime frasi di una seguente tradizione icfr. § 45tì) in<br />

cui si dice chiaramente come gli Arabi pagani proibissero ai guerrieri il commercio con le donne. Khàlid<br />

violò dunque un'usanza o legge pagana, la qual>- .si riconnette l'on l'eguale usanza rispettata presso<br />

quasi tutti i popoli primitivi. Per convincersene basta scorrere l'interessantissimo volume del .1. C.<br />

Frazer, Tahoo and the Perils of the soul (nella collezione «The Goldeu Bough, A study in magic<br />

aad religioni, III ediz. , pag. 157, Itil, lii3, IW, Ifj6, 167, ecc., «• in genere tuttn il brano a pag. 1.57 •2'23:<br />

»e ne ritrae il convincimento che il divieto di commercio con donne durante spedizioni militari e per-<br />

sino spedizioni venatorie sia consuetudine, o legge, o superstizione che si voglia dire, propria di quasi<br />

tutti le popolazioni primitive: ciò proviene spontaneamente dal oncetto primordiale proprio dell'uma-<br />

nitA intera, che il coito o anche il semplice contatto con la donna sia atto o pericoloso o impuro, o<br />

debilitante, dal quale l'uomo si deve assolutamente astenere ogni qualvolta si accinge a impresa diffi-<br />

cile, nella quale deve impiegare tutte le sue energie muscolari e mentali, [anche avvicinare la divinitÀ).<br />

E uno dei i-oncetti più fondamentali della psicologia umana primitiva.<br />

§ 454. — (ai-Sari !>. Yahya, da éu'ayb b. Ibràhim al-Taraiiui. da Sayf<br />

b. Umar, da al-Saqab b. Atiyyah, da suo padrei. Il Proffita mandò i .«suoi<br />

247.<br />

23. a. H.<br />

INECROLOGIO. -<br />

Mutammim b.<br />

Nuwayrah,]

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