Annali dell'Islam

23. a. H. 678^1.
§ 578. — (Yahya b. Adam, da Fudayl b. lyàd, da Layth, da Mu- 23. a. h.
gàhid). La gente idolatra (ahi al-awthàn) deve essere combattuta per '""LairdeìiT'pro-
indurla ad abbracciare l'Isiàm, e la Gente del Libro (ahi al-Kitàb) vincie conquista-
perchè paghi la gizyah(0 (Yahya. 12, lin. 10-12). '
Nota 1. — Dunque la teoria giuridica del li secolo .della Higrah (cfi-. § 618) sostiene la forzosa
conversione dei pagani, e la tolleranza religiosa per i soli Ebrei e Cristiani (ahi al-kitàb). Questa
distinzione è ignorata dal Profeta, ed è soltanto erronea deduzione tradizionistica da una falsa esegesi
del Quràn e da una falsata versione tradizionistica delle vicende politiche del Profeta e dei suoi im-
mediati successori. — Vi sono non pochi versetti del Qur-àn, sicuratneiiti rivolti agli Arabi pagani
(cfr. LXXni, 10-11; LX XTT, 24; XVI. :57, 8t; XXXIV, 27, ecc.), in cui si raccomanda a Maometto di
usare soltanto la parola come mezzo di persuasione al mutamento di fede. V'è poi il celebre versetto
ni, 267): «Non vi deve essere costrizione nella religione». — Cfr. Arnold, The preachhig of Islam,
pag. S-6. — Le persecuzioni religiose ebbero soltanto principio sotto il dominio del calififato abbasida.
§ 579. — (a) (Yahya b. Adam, da Ibrahim b. abi Yahya, da abu-1-
Huwayritji). Il Profeta impose la tas.sa di un dìnàr all'anno sopra ogni
cristiano in Makkali (Yahya, 63, lin. 16-17).
ih) Esistono pure tradizioni (al-A'mas, da 'Umàrah b. 'Umayr. o da
Muslim b. Subayh padre di al-Duha, da Masrùq, da Mu'àdz b. òabal). che
il Profeta nel mandare Mu'àdz b. Grabal nel Yaman gli ordinasse di riscuo-
tere un dinar da ogni uomo adulto (Yùsuf, 73, lin. 19-20).
(c) (Yahya b. Adam, senza isnàd). La tas.sa gizyah imposta dal Pro-
feta fii in ragione di un dinar all'anno per ogni adulto (Yahya, 51,
lin. 10 e segg. ; 53, lin. 4 e segg.).
§ 580. — A quegli abitanti del Yaman che erano ahi al-Kitàb
(Ebrei e Cristiani) il Profeta impose il kharàg {sic!) (*) sulle loro teste
Cala riqàbihim), ma non sulle loro terre, in conformità di quello che è
detto nel Qur'àn (« non prendere Ebrei e Cristiani come amici, ecc. >,
V, 66), in ragione di un dinar per ogni uomo ed ogni donna adulta (^)
(Yùsuf, 33, lin. 15-Ì7).
Nota 1. — In questo passo abbiamo un caso notevole dell'uso dell'espressione kharàg itossa
fondiaria) per esprimere gizyah (tassa per capo): è evidente che in principio si considerava come nn
tnbato in generale, senza stabilire se gravasse sulle persone o sulla terra. Solo più tardi si fece la di-
stinzione.
Nelle tradizioni troviamo sovente la confusione tra kharàg e gJzyah. trattati come termini
aventi identico significato (cfr. Balàdzuri, 158, lin. 16). — Cosi pure: kharàg ruMìsihim = gizyah
(Yiisuf, 70, lin. Ij, e kharàg ra-sihi (Yiìsuf, 76, lin. 3l.
Nota 2. — Questo non è corretto, perchè altrove si afferma (YiiBuf, 42, lin. 22, e paragrafo
Mguente) che soli gli uomini adulti pagavano la tassa per capo e non le donne né i bambini.
Cfr. anche Ma w ardi, 248-249.
§ 581. — (abu Yùsuf, senza isnàd). La gizyah (o aipitatio) deve
essere pagata da tutti gli Ebrei, Cristiani, Magùs (cfr. § 611), Sabei e Sama-
ritani, eccettuati i banù Taghlib ed i Cristiani espulsi da Nagràn.
Pagano .solo gli uomini adulti e non le donne ed i bambini.
I ricchi debbono dare 48 dirham.
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