Annali dell'Islam

23. a. H. § 810.
12" I popoli viuti furono considerati il cespite, la fonte di ricchezza 23. a. H.
ad esclusivo beneficio della comunità islamica : le rendite rappresentate scali delie pro-
dair insieme delle imposte .sui terreni privati e collettivi (gizj'ah-khar àg),
vincieconquista-
e dal reddito delle terre demaniali furono considerate come un bottino da dominio arabo,
divideisi tra tutti coloro che servivano od avevano reso servigi allo Stato- ® '" particolare
,,,.,.,. 1 1 T-, - - , . sotto II regno di
Con (jiiesto SI venne ali istituzione del Diwan, che servi a compensare umar.i
tutti i veterani dell'Isiàm, e a pagare tutti coloro che come soldati o im-
piegati davano l'opera allo Stato.
13" Ai Musulmani come i padroni dell'impero fu riconosciuto il di-
ritto di non pagaie altre imposte oltre quelle religiose.
14° Ai Musulmani fu lecito comperarsi terre fuori d'Arabia, e gli
acquirenti insistettero per avere la completa esenzione dalle imposte
kh a r à g
.
15" Forse in teoria qualcuno insistette sulla necessità di mantenere
sui fondi comperati tutto il gravame delle tasse esistenti. Altri la negò.
Forse si venne ad un accomodamento esigendo dai proprietari il paga-
mento soltanto delle decime ('usr) sui fondi entro e fuori d'Arabia.
16" Ad amici, parenti e fautori furono fatte concessioni di terre
nella forma poi detta q a tj '
a
h :
cipio fu l'equivalente di una proprietà.
forse
una specie di enfiteusi, che in prin-
17" Le concessioni furono fatte tanto su terre demaniali coltivate
in pieno rendimento, che versavano tutto il loro reddito nelle casse
dello Stato, quanto su quelle abbandonate e incolte che non davano più
nulla.
18' Ai concessionari fu chiesto probabilmente il solo pagamento di
di un lieve tributo nella veste di zakàt. che poi si convenne di calcare