Annali dell'Islam

23. a. H. 5 gai
Per comprendere se 'limar agisse bene nell'eliminare Khàlid dalla 23. a. H.
successione, è opportuno rievocare le caratteristiche dell'indole di 'Umai-. "'r^o^mo°ed^i7soe
gli scopi che egli si prefisse nel governo della cosa pubblica, 'limar era vrano: sintesi
essenzialmente arabico di natura, e quindi non scevro dei difetti della sua deiruo^Miiffat^.'
razza. Era sensuale, autoritario, insofferente di una autorità superiore, ec-
cessivo sempre nella manifestazione dei suoi sentimenti, e per giunta alta-
mente ambizioso. Xulladimeno 'limar ebbe un elevatissimo concetto della
sua missione nella vita: egli non governò solo per una sodisfazione per-
sonale ed egoista, ma agì perchè ebbe fede nell'azione i-iformatrice del-
l'Islam, ed intese il retaggio morale lasciato dal Profeta come un istru-
mento divinamente concesso per migliorare se non l'umanità, almeno la
razza araba e drizzare i membri della nuova comunità verso nuovi e glo-
riosi destini. Le varie riforme che egli introdusse nell'organismo islamit.'o
segnano tutte un tentativo di progredire e un desiderio di migliorare lo
condizioni dei Musulmani lungo le vie già tracciate dal Profeta, 'limar
era uomo di Stato, e sebbene dotato d' imperfetta coltura politica, compio
grandi cose guidato dal suo sicuro intuito del bene :
se
potremo fargli
qualche appunto nella sua condotta privata come cittadino, non troveremmo
nulla a ridire sull'onestà dei suoi intenti come uomo pubblico...,
tranne appunto il caso di Khàlid b. al-Walid.
Questi d'altra parte era un grande generale, il massimo generale di
puro sangue arabo che sia mai esistito; ma in lui troppo erano chiare
ed evidenti le traccie indelebili della sua gioventìi pagana, e della sua
fedeltà alle memorie ed ai costumi di un'età che l'Islam ogni dì più
condannava. Khàlid califfo in Madinah alla morte di 'limar avrebbe si-
gnificato l'abbandono della novella società alla mercè degli elementi più
schiettamente pagani, di quegli elementi che il Profeta era sorto a com-
battere: sarebbe stato disfare tutta l'opera incominciata e dare nascita a
guai e complicazioni senza fine, 'limar si rammentava bene che il moto isla-
mico era in origine puramente religioso, e che tale carattere era la lagioue
intima della sua esistenza e la sua maggiore forza e promessa per l'avvenire.
Nonostante il fortissimo, anzi predominante, colorito politico assunto in
Madinah, per necessità di lotta in un'Arabia irreligiosa, pure il nucleo
religioso era rimasto intatto sino alla morte del Profeta, il quale, fino all'ul-
timo suo giorno, ne aveva curato la conservazione nella cerchia ristretta
dei suoi più antichi Compagni, 'limar intese questa missione morale rac-
chiusa nella espansione politica, e molte .sue manifestazioni religiose stanno
a provare quanto avesse a cuore il trionfo della nuova fede. Il sommo
potere affidato a Khàlid avrebbe significato il naufragio di cpustr- speranze.
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