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Annali dell'Islam

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23- a. H.<br />

§§ -òiósib. 23. a. H.<br />

jj, ,^i,a, presenza, e .si avvide subito che era un uomo di eccezionale bel-<br />

liffo Umar: sue It^zza di VISO 6 di Capelli. Ordinò di tosarlo, ma allora si scoprì la fi-onte,<br />

caratteristiche (^.hp aumentava ancora la sua beltà: ordinò quindi di mettergli un tur-<br />

personali.]<br />

bante (nella speranza d'imbruttirlo), ma ciò servi soltanto ad accrescere<br />

le attrattive fisiche del giovane. Non riuscendo in questo intento, 'Umar<br />

esclamò : « Non mi conviene che tu stia nello stesso paese in cui io mi<br />

« trovo *. Fornitolo di quanto gli ei-a necessario, lo mandò in al-Basrah<br />

(Sa ad, III, 1, pag. 204-105).<br />

§ 314. — (Amr b. Asim al-Kilàbi, da Dàwùd b. abì-1-Furàt, da 'Ab-<br />

dallah b. Bm'aydah al-Aslami). Nel girare una notte per le vie di Madinah,<br />

il Califfo Umar udì varie donne che conversavano insieme e discutevano<br />

chi t'osse l'uomo più bello di Madinah: una donna sostenne che fosse abù<br />

Dzi"b. Il mattino seguente 'Umar fece ricerche sul conto di abù Dzi'b,<br />

e venne a sapere che apparteneva (pure lui!) ai banù Sulaym :<br />

fattolo<br />

venire in sua presenza osservò che era un bellissimo uomo, ond' egli<br />

esclamò due o tre volte: « Per Dio, ecco il lupo di quelle donne! (scherzo<br />

« sulla parola Dzi-b, che significa lupo). Per Colui che ha l'anima mia<br />

« nelle sue mani, non mi conviene che tu stia nello stesso paese in cui io<br />

« mi trovo! ». A questo il sulamita rispose: « Se la tua decisione di man-<br />

« darmi via è irremovibile, mandami dove hai mandato quel mio cugino<br />

« (ossia Nasr b. Haggàg al-Sulami) ». 'Umar accettò e lo mandò fornito di<br />

tutto il necessario, in al-Basrah (Sa ad,. Ili, 1, pag. 205, lin. 4-11) (').<br />

Nota 1. — In ambedue le tradizioui viene fuori il fatto che gli uomini eccezionalmente belli<br />

fossero Sulamiti : forse in questo particolare si asconde qualche malevola punta tradizionistica contro<br />

quella tribù un tempo si temuta per i suoi istinti predatori, ed acerba nemica del Profeta: i Sulaym<br />

erano arditi guerrieri e si batterono poi con grande valore per l'Isiàm. Nelle tradizioni che diamo<br />

qui appresso è detto chiaramente che le donne arabe dei Sa'd b. Bakr, degli Aslam, dei éuhaynah e dei<br />

Ghifar avevano una condotta licenziosa lasciandosi sedun-e da un certo Ga'dah, pur egli dei Sulaym.<br />

Di nuovo abbiamo perciò questa caratteristica dei Sulaym, palesemente tendenziosa : si noti poi che le<br />

donne che cedono alle arti di questi bei seduttori, sono donne delle tribù nomadi dei dintorni di Ma-<br />

dinah, ma nulla si dice della moralità delle donne madinesi delle tribù degli Ansar, o di quelle degli<br />

Emigrati makkani. Anche in ciò v'è forse una punta tendenziosa, con la quale si vorrebbe far credere<br />

che la vita licenziosa menata in Madinah, già ai tempi di 'Umar non fosse colpa degli Emigrati,o degli<br />

Ansar, ma sibbene degli Arabi nomadi immigrati nella città.<br />

È bene ricordare e ripetere che nel hadith musulmano non è facile sempre scoprire la ragione<br />

prima che ha dato nascita alla tradizione. Talvolta questa è ascosa con molta arte in .alcuni partico-<br />

lari, che all'occhio poco esperto potrebbero sembrare semplici ornamenti, o inutili aggionte.<br />

§ 315. — (Ismà'il b. Ibràhìm al-Asadi, da ibn 'Awn, da Muhammad).<br />

Una volta Bura_ydah nel presentarsi al Califfo 'Umar, fece cadere il suo<br />

turcasso, donde uscì un foglio di carta: 'Umar lo afferrò e scoprì che vi<br />

erano scritti alcuni versi: li lesse e vide che si alludeva alla vita licen-<br />

ziosa di un certo Q-a'dah dei Sulaym con « le nostre giovani camele »<br />

(ossia con le fanciulle) dei banù Sa'd b. Bakr, e degli Aslam, oppure dei<br />

156.

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