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Annali dell'Islam

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23. a. H. 557, 658.<br />

come i teorici islamici coniarono il sostantivo tay dal verbo a fa -a usato<br />

nel Qiu'àn appunto in quei versetti ed in altri, essi e non 'limar abbiano<br />

forzato il senso dei versetti per applicarli al caso del Sawàd. Questo ve-<br />

dremo meglio in altro luogo, perchè 'Umar agi durante il suo governo<br />

con grande libertà e indipendenza dai precedenti quranici. Egli rispettò<br />

nei casi comuni le usanze d'Arabia antica, ma nei casi nuovi insoliti, e<br />

non esattamente previsti dal Qur-àn, egli agì pienamente secondo il proprio<br />

criterio, ispirandosi soltantcì alle necessità vere di ogni singolo caso senza<br />

darsi pensiero d'altro. In molti casi, come diremo, s' ispirò al dii'itto delle<br />

genti vinte, facendo passare le decisioni modellate su di esso, come deci-<br />

sioni originali sue o del senato islamico, che con lui sedeva in Madinah.<br />

I suoi dipendenti accettarono le decisioni di 'Umar appunto perchè emana-<br />

vano da lui, l'ammirato e temuto sovrano, e non già perchè agiva conformemente<br />

al testo quranico. Tranne una minoranza in Madinah e qualche<br />

Compagno antico, quasi tutti i guerrieri non conoscevano del Qur'àn quasi<br />

nemmeno una sola parola : tanto meno potevano esigerne l'osservanza. Il con-<br />

cetto che 'Limar agisse ispirandosi ai versetti del Quràn, e che i suoi di-<br />

pendt'Uti tutti si aspettassero da lui simile contegno, è concetto di tempi<br />

molto posteriori, è il fiutto di elucubrazioni di un'età già pregna di fana-<br />

tismo e di sipirito casuistico. È fraintendere tutto l'Isiàm primitivo creato<br />

dagli Arabi puri, se lo si crede dh-etto da quegli stessi pregiudizi che do-<br />

minarono nel II e nel in secolo della Higrah tra i musulmani non arabi<br />

che compo.sero il haditli.<br />

§ 558. — In tutte le campagne del Profeta non è mai questione d'un<br />

trattamento speciale stabilito per quelli che non appartenevano alla fede<br />

musulmana. Il carattere intrinseco delle prime spedizioni di Maometto è<br />

jiredatorio. non religioso. Le razzie furono il mezzo più comodo ed oi)por-<br />

tuno per radunare il necessario per vivere :<br />

non<br />

furono ideate con intento<br />

di proseliti.smo per scopi di proselitismo. Persino la guerra santa, il gihàd,<br />

per lungo tempo, anche dopo Maometto, doveva assicurare danaro e preda;<br />

«iuesto era lo scopo e non la propagazione della fede (ctr. Wellhausen,<br />

Arab. Reich, 184). Il già citato versetto del Quràn (IX, 29) rivelato<br />

alla fine della vita di Maometto ordina di combattere i non musulmani<br />

«tinche pagheranno la gizyali per dovere di soggezione» e non allude<br />

nemmeno lontanamente alla loro conversione. I primi trattati del Pro-<br />

feta furono con tribù pagane con intenti puramente politici ed aggressivi<br />

rispetto ai nemici per eccellenza, i Qura3-.s: solo con il tempo queste unioni<br />

militari e politiche .si trasformarono in unioni anche religiose e gli alleati,<br />

jier lo meno nominalmente, si tramutarono in «credenti.<br />

9.S.1<br />

23. a. H.<br />

[Le condizioni fi-<br />

scali delle Pro-<br />

vincieconquista- te al principiodel<br />

dominio arabo,<br />

e in particolare<br />

sotto il regno di<br />

'Umar.l

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