Annali dell'Islam

§§ 829, 830. 23. a. n.
23. a. H. voleri di Umar: rimase a poltrire negli ozi e nello sfarzo di al-Madàin
III Califfo Umar: ... •
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lunghi mesi, e si piego senza contrasti a ritrarsi con le schiere sino
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vrano: sintesi ai confini naturali d'Arabia, presso al-Hii-ah, per fondare il campo mili-
dei suo califfato.! tare di al-Kùfah, quando 'Umar volle imporre la sua politica di concen-
trazione alla fine dell'anno IG. H. e nel corso dell'anno 17. H. (cfr. 17.
a. H., §§ 1 e segg.).
Le condizioni politiche e la configurazione geografica sul conline orientale
resero facile il mutamento di programma in questa direzione. Non
così sul confine settentrionale ed occidentale, dove il divieto di 'Umar
rimase inosservato, e fu ripetutamente violato, quando circostanze locali
si prestarono, come diremo fra breve, alle ambizioni o alle cupidigie dei
comandanti arabi posti lungo le incerte frontiere del nascente impero.
Ma intanto, pur entro questi limiti, quando giungiamo alla fine del-
l'anno 16. H.. si deve riconoscere che 'Umar era riuscito mercè un'accorta
politica interna ad assicurare a sé ed allo Stato, di cui egli era il capo,
alcuni grandi vantaggi. Grazie cioè alla fortuna delle sue armi, grazie alla
non comune abilità con la quale erasi distrigato da una posizione d'eccezio-
nale difficoltà, 'Umar era riuscito a prendere fermamente in mano le redini
del governo, imbrigliare il movimento d'espansione, e a dare al novello ufficio
di Successore del Profeta, un'autorità ed un prestigio che doveva poi ren-
derlo durevolmente famoso. Se calcoliamo gli anni del califfato di abù Bakr
come parte integrante del predominio di Umar sulle faccende dell'Islam,
l'energico makkano in soli cinque anni era riuscito a creare uno stato di
cose degno d'ammirazione e d'encomio. E vero che egli ergeva sé stesso
sul vertice supremo dell'edifizio, ma il risultato definitivo costituiva un
reale progresso ; per rendersene conto basta fare un rafi6'onto tra la cao-
tica confusione prodotta dalla morte del Profeta, e l'ordine relativo che
regnava alla fine del 16. H. nonostante l'enorme sviluppo dello Stato isla-
mico, gli elementi irrequietissimi di cui era composto, ed i nemici oltre
ogni dire temibili, sì interni che esterni.
§ 830. — Data così unità politica al novello Stato, e fortificato il
potere centrale esecutivo, due grandi problemi richiedevano ora una pronta
risoluzione : l'uno era la successione in caso di sua morte ; l'altro l'assetto
amministrativo da darsi alle provincie conquistate.
Al primo problema 'Umar si era lusingato di aver appianato il cam-
mino con r invio di abù Ubaydah in Siiia, e con la relegazione di Khàlid
b. al-Walid in una posizione umile ed oscura: il grado eminente confe-
rito ad ,
abù
'Ubaydah, lo elevava a primo e più alto rappresentante del
Califfo e quindi chiaramente lo indicava ai fedeli come il legittimo suo
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