Annali dell'Islam

5§ MG, 847. 23. a. H.
23. a. H. favore della tolleranza dei primi conquistatori, e della loro indifferenza
ruomo ed il so- pt'i" molte questioni ffiguro, immagini di culto, modo di vestire dei sudvrano:
sintesi
(jj^-i, feste religiose, ecc.) che più tardi dovevano invece acquistare primaria
deisuocaiiHato.i importanza agli occhi dei fedeli.
La vecchia macchina fu lasciata funzionare tranquillamente come per
il passato, purché naturalmente le entrate affluissero in rivo continuo ed
abbondante entro le casse dello Stato islamico.
§ 847. — Alcuni scrittori, come il Mtìller (I, 278 e segg.), hanno ten-
tato sintetizzare, secondo le nostre formule di governo, l'attività di 'Umar
e di stabilire le linee lungo le quali il Califfo svolse la sua attività orga-
nizzatrice nello , Stato musulmano. Il Miiller definisce la sua opera come
un tentativo di organizzare un comunismo religioso-militare sopra fondamenta
nazionali.
Non so quanto valore possono avere simili definizioni generali det-
tate dall' insieme di criteri non tutti egualmente corretti : inoltre è sempre
assai problematico se 'Umar abbia mai concepito un grande piano di ri-
forme od abbia avuto alcuni principi generali elevati, a cui informare la
sua attività di statista. Egli seguì certamente il sistema del Profeta, vale
a dire quello sperimentale, guidato dalla esperienza acquistata nel go-
verno e nel contatto con i suoi simili in Arabia. Non risulta che 'Umai"
viaggiasse fuori della penisola prima di convertirsi: certamente non viaggiò
dopo la sua conversione, e del mondo esterno vide forse anche meno
dello stesso Profeta. Quindi piìi che mai 'Umar nelle sue decisioni seguì
quanto gli suggeriva il buon senso ingenito del suo intelletto e l'espe-
rienza della vita in Arabia. Egli ebbe però della sua funzione come Ca-
liffo e dell'amministrazione da darsi alle provincie conquistate un con-
cetto del tutto arabico e patriarcale, crudamente pratico, materialista,
semplicista. I j^adroni del mondo erano gli Arabi musulmani: questi soli
dovevan fruire dei vantaggi derivanti '
dalla fede nazionale e da.1 trionfo
delle loro armi : il resto del mondo doveva esistere soltanto per servii-e
i Musulmani (Arabi) e fornirli di tutto ciò che potessero abbisognare.
Non si può dire però che nel mettere in atto siffatto principio egli fosse
essenzialmente comunista, perchè vivente Maometto tale tendenza fu in-
vece assai più viva. 'Umar, vedendone torse la poca praticità e l' impos-
sibilità materiale di mantenerla integra, allentò le redini e finse di non
esser consapevole delle condizioni di fortuna di alcuni Compagni. Dacché
egli non ebbe in vista la conversione del genere umano, non sembra cor-
retto definire come comunistico l'organamento che egli lasciò al suo suc-
cessore. Il suo larvato comunismo abbracciò soltanto ed in forma attenuata
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