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Annali dell'Islam

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23. a. H.<br />

[Le condizioni fi-<br />

scali delle prò<br />

vincieconquista-<br />

teal principiodel<br />

dominio arabo,<br />

e in particolare<br />

sotto il regno di<br />

'Umar.l<br />

§§ 779. 7Hf). 23. a. H.<br />

I huui<br />

privati dell' imperatore or ora de.scritti devono es.ser stati molto<br />

e.ste.si. perchè nelle notizie di conce.ssioni di terre fatte dai Califfi ])redomi-<br />

nano sempre le terre del 8awad e dell' Kf^itto: demanio imperiale fii molto<br />

|)robabilmente la proprietà di Munyali al-Asbagh, di cui abbiamo discorso in<br />

un precedente paragrafo (cfr. §§ 715 e segg.). Ciò si spiega non solo perchè<br />

(jiielle due province come più ricche erano anche più ambite, ma altresì prin-<br />

cipalmente perchè in esse il Califfo disponeva, quale capo della comunità<br />

islamica, d'un numero di fondi demaniali assai più esteso che non in Siria,<br />

dove scarseggiavano (Lammens Mu'àwiyah, II, 120, 126; Mas'ùdi,<br />

IV, 263-256). Se in Egitto esistessero altresì molti e grandi latifondi pri-<br />

vati, è questione sulla quale non si può dare risposta sicura, ma dal contesto<br />

delle notizie che si spigolano dai papiri greco-egiziani e dalle fonti arabe<br />

la risposta dovrebbe essere negativa. I pajjiri finora pubblicati rivelano<br />

che la proprietà del suolo fosse generalmente abbastanza bene suddivisa<br />

tra gli abitanti, un grandissimo numero dei quali erano proprietari e col-<br />

tivatori.<br />

§ 780. — 11 sistema fiscale dell'Egitto aveva caratteristiche sue par-<br />

ticolari: l'imperatore, come teoricamente proprietario della provincia, anno<br />

per anno stabiliva la quota che l'Egitto doveva portare al tesoro impe-<br />

riale: il prefetto diramava il decreto ai vari capi amministrati\i. e questi<br />

ai loro dipendenti, secondo il grado gerarchico nei differenti distretti re-<br />

gionali. Ogni capo di distretto doveva stabilire la quota per ogni singolo<br />

circondario del distretto, ed il capo di ogni circondario stabiliva la quota<br />

per ogni singolo villaggio. Il capo infine del villaggio faceva la riparti-<br />

zione del tributo tra i suoi compaesani (Milne, 108). Tale sistema ri-<br />

mase in vigore anche sotto gli Arabi, come si vede dalla tradizione di ibn<br />

'Abd al-hakam (cfr. § 788Ì da noi tradotta in altro luogo, e dai papiri di<br />

cui diamo la riproduzione fotografica in questo volume.<br />

Le tasse pagate erano molte e di diversa specie:<br />

1" La prima e più importante era la celebre tassa di grano, Vo7i-<br />

nonn civica, raccolta per lo più in natura, ma pagabile anche in danaro:<br />

un'amministrazione sua propria abbastanza complicata provvedeva al tra-<br />

sporto fino ad Alessandria, donde i generi erano imbarcati per Roma o<br />

Costantinopoli per nutrirvi, come è noto, i cittadini più poveri della capi-<br />

tale. I vari ruoli di questa tassa dovevano essere mutati ogni anno secondo<br />

la maggiore o minor piena del Nilo, perchè i fondi che non avevano avuto<br />

tutto il benefizio dell'inondazione annuale non potevano rendere come gli<br />

altri, che ne avevano risentito tutto l'effetto fecondatore. Per noi importa<br />

principalmente di far rilevare, in primo luogo che la tassa poteva essere<br />

442.

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