Annali dell'Islam

23. a. H. 653, 554.
cazione della legge non sci'itta del deserto, con quella piccola variante
predetta, a vantaggio dei suoi seguaci.
Nota 1. — LI verso nella Hamàsah uou è però la sola autorità a couierma della notizia: veni
sono altre icfr. Goldziher, [Dei- Islam, voi. II, pag. 1O2-104] ,. Sarebbe degno di attenzione l'indagini'
perchè Maometto, mutando la consuetudine del deserto diminuisse, altruisticamente, la quota del capo
dal quarto al quinto. L'aver Maometto rivelato che a lui spettasse soltanto il quinto sembrami anclie
confermare l'aflFermazione del poeta nella Hamàsah. Se avesse accettato in tutta l'usanza antica del
deserto, che bisogno v'era di « rivelarla » V Nasce il sospetto che la riduzione dal quarto al quinto possa
essere stata una concessione del Profeta ai seguaci per appianare qualche opposizione o contìitto interno
riguardante altre faccende, di cui non ci è giunta altra notizia.
Nota 2. — Questo diritto non è confermato da una rivelazione quranica, ma la sua esistenza ci
è dimostrata da sole testimonianze tradiziouistiche, che narrano presunti incidenti delle spedizioni di
Maometto. Lo Schmidt {Die occupatio im Islamischen Rechi, pag. 14-15) ha rilevato che questa consue-
tudine, che si afferma esistesse nel deserto, si ritrova identica tra le antichissime usanze vigenti negli
ordinamenti militari di Roma. Siccome la consuetudine romana è di origine molto più antica di quella
arabica ed indipendente da essa e siccome la perfetta eguaglianza può difficilmente considerarsi una
coincidenza, lo Schmidt è indotto a ritenere l'uso arabico una importazione di uso romano, dovuto forse
alla propaganda di Arabi ritornati nel loro paese dopo aver servito nelle legioni di Roma, lo credo però
che la spiegazione piii probabile sia diversa. Siccome il diritto del safi non è attestato che nel baditi
del II secolo della Higrah. è forse usanza trovata dagli Arabi fuori della penisola durante le conquiste
e adottata da essi: poi ne vollero la cont'erma tradizionale e inventarono i precedenti attribuiti al Pro-
feta l'cfr. poc'anzi § 518. Questo tu il consueto processo con cui i teorici dell'Isiàm hanno introdotto
tanta parte del diritto musulmano nella giurisprudenza musulmana.
§ 554. — Orbene se esaminiamo attentamente i fatti naiTati a proposito
delle due predette spedizioni, notiamo che in essi mai si affaccia la questiono
di divario di fede tra vincitori e vinti, tra 'Mu-sulmani e Qurays pagani.
Non v'è traccia di quel principio escogitato poi dai teorici dell'Isiàm, che
Maometto offrisse ai pagani arabi o l'Isiàm, o la morte (cfi-. §§ 661, nota 1,
676, 677). I prigionieri (tranne alcuni trucidati per evidenti vendette per-
sonali e rancori antichi) sono tenuti in custodia finché sia pagato il riscatto
e son lasciati liberi poi di rimanere pagani come prima. In altre paroh?
Maometto e i suoi agirono verso i Qurays vinti e prigionieri, e trattaiono
il bottino né più né meno che facevano tra loro tutti gli altri Arabi pagani
del tempo .suo. Po.ssiamo anche affermare, uono.stante le insinuazioni in con-
trario delle nostre fonti, che durante tutta la .sua attività militare e pre-
datoria, Maometto ed i suoi agirono quasi sempre in modo pagano e non
islamico, vale a dire sempre per ragioni di preda e di conquista e mai
strettamente per motivi, o con principi di fede. Nelle tradizioni più antiche
e sicure di argomento militare nulla si rinviene che si possa definire come
avente sicuro carattere religioso islamico, nel senso voluto di poi, vale a
dire con intento di conversione.
Le norme pagane osservate dal Profeta nella divisione del bottino, ve-
nendo consacrate poi dà versetti quranici, divennero per questo fatto isla-
miche, ed il Dio dell' Lslàm trovò di >ua convenienza conformare le sue leggi
a quelle che vigevano allora nel deserto: se v' intrcKlasse qualche modifi-
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23. a. H.
|Le condizioni fi-
scali delle Provincieconquista-
teal principio del
dominio arabo,
e in particolare
sotto il regno di
'Umar.l