Annali dell'Islam

23. a. H. §§ 611. tìl->.
§ 611. — (Ami- al-Nàqid, da ibn Wahb al-Misri. da Màlik [b. Auad].
da Gra't'ar b. Muh., da suo padre Muli.). Crii Emigrati makkani. al-Muhà-
giriin, solevano tenere riunioni nella moschea (di Madìnah) ed il Califfo
limar aveva la consuetudine di sedersi con loro in queste riunioni, e rac-
contare ai medesimi le notizie che gli giungevano sulle faccende dei vari
paesi (àfàq) [conquistati dai Musulmani]. Un giorno disse: «Io non so
« che cosa debbo fare dei Magùs (Mazdeisti persiani) ». Allora interruppe
impetuosamente 'Abd al-raliman b. ' Awf, dicendo : « Io sono testimonio che
« r Inviato di Dio ha detto : applicate ad essi la legge che vale per la
«Gente del Libro (ahi al -kit ab, i Cristiani e gli Ebrei)» (Balà-
dzuri, 267).
Cfr. §§ 504, 582 e nota 1, 796, 796.
Nota 1. — Siccome il Profeta non ebbe in mente la conversione di tutta l'umanità, ma soltantu
di qnella araba a lui conosciuta, egli non ha mai provveduto al trattamento da estendersi ai Mazdeisti
persiani. Erano o non erano essi Gente del Libro (Ahi al-Kitàb)? — Il Profeta nel Quràn non fa
alcun cenno dei fondatori della religioi persiana ed esclude quindi con il suo silenzio che il « libro »
dei Persiani abbia avuto, come quello degli Ebrei e dei Cristiani, la stes.-ia origine del « Libro >, o rive
lazione quranica. — Teoricamente la questione ha avuto la sua importanza, quando si è dovuto codi-
ficare il diritto islamico; ma que.sta fu preoccupazione del ii secolo della Higrah. I conquistatori del-
l'Asia, ri^gnante TTmar e più tardi sotto 'Uthmàn, non se ne diedero il menomo pensiero ed estesero
agli adoratori del fuoco il medesimo trattamento di tolleranza che concessero agli Ebrei, ai Cristiani,
ai Pagani di Harran in Mesopotamia ed altrore. Non fecero alcuna differenza tra le varie religioni.
Tanta tolleranza fu osservata per lungo tempo: ibn Hawqal ha un lungo elenco di templi di fuoco
ibayt nari esistenti al tempo suo, nel iv secolo della Higrah nel Fàris, alcuni dei quali molto gran-
diosi ed assiduamente frequentati dai Mazdeisti: in essi le donne colpevoli di adulterio dovevano denu-
darsi completamente dinanzi ai preti e purificarsi con orina di vacca (Hawqal, 189, lin. .5-190, lin. 6i.
— Anche nel Karman intere regioni rimasero attaccate alla fede mazdeista sino alla metà del il secolo
della Higrah iHawqal, 221, lin. 1.5-16), senza subire nessuna speciale molestia. — Date queste condi-
zioni di fatto i tradizionisti teorici furono costretti a mettere d'accordo la teoria con la pratica e cosi
escogitarono tradizioni, come la presente, per giastificai-e come miscredenti, non inclusi da Maf>metto
tra gli Ahi al-Kitàb, godessero pure delle stesse concessioni. La stessa origine artificiosa hanno anche
altre tradizioni come quelle, per esempio, sui Magus di al-Hagar (cfr. § .582). — Cfr. anche Laminens,
Ziyàd b. Abihi, nel RSO., voi. IV, 212-213.
§ 612. — (abù Yùsuf, senza isnàd). Dopo la conquista della Siria e
dell' 'Iraq, Bilàl e vari altri Compagni chiesero al Califfo 'Umar di divider»-
le terre fra coloro che le avevano conquistate allo stesso modo che si divide il
bottino raccolto nei campi militari. 'Umar rifiutò di permettere questa divi-
sione allegando il versetto del Qm-àn (LIX, 6): « Dio ha voluto che quelli
< che verranno dopo di voi abbiano pure una parte a questa preda (fay ) »,
e poi aggiunse :
« Se io dividessi le teiTe, non ne rimarrebbero più per
t quelli che verranno dopo di voi. Invece, se rimarranno indiviso le terre,
< anche il pastore di San'à avrà la sua parto della preda . . . » u dicondcj
questo, 'Umar aveva la faccia accesa dall'ira (Yùsuf, 13, lin. 28 e segg.).
Cfr. anche una tradizione di ibn Ishàq, da al-Zuhri, che conferma
questi particolari (Yùsuf, 16, lin. 4 e segg.).
361.
46
23. a. H.
[Le condizioni fi-
scali delle pro-
vinoleconqulsta- teal principiodel
dominio arabo,
e in particolare
sotto il regno di
'Umar.j