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Annali dell'Islam

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23. a. H. 55 812, 818.<br />

muscolare c"iiiducouo a vedere iu 'limar una certa pesantezza e lentezza 23. a. h.<br />

di movenze piuttosto che un'agilità acrobatica. La tradizione è forse un '"rJo^mo°ed"irsoriliesso<br />

dei tempi, iu cui per il predominio d'influenze persiane alla corte vrano: sintesi<br />

abbasida, sali in altissima stima l'arte dell'equitazione, onde persone inter-<br />

essate vollero giustificare tale passione con tradizioni risalenti fino al Profeta<br />

ed ai maggiori Compagni.<br />

§ 813. — Genuina sembra invece la notizia che il carattere istan-<br />

cabile ed energico del Califfo si rivelasse chiaramente nel modo fermo e<br />

concitato di camminare. Sembrano pure autentici i particolari che, quando<br />

venne al potere avesse la fi-onte calva, capelli grigiastri e barba lunga ed<br />

abbondante, accomodata e pettinata secondo le usanze dei pagani antichi.<br />

Le notizie sulla tinta che si vuole 'Umar desse alla barba appaiono meno<br />

sicure (Mubarrad, 150, lin. 2; 333, lin. 2; 760, lin. 11; Qutaybah, 218).<br />

Siffatte tradizioni rispecchiano preoccupazioni di tempi posteriori, quando<br />

forse qualche partito religioso sollevò opposizione all'usanza pagana di tin-<br />

gersi la barba ed i capelli, e quelli invece che favorivano tali artifici ricor-<br />

sero alla tradizione per difendersi e sostenere il contrario. L'uso però di<br />

tingersi con le erbe del deserto è molto antico, né fu vietato dal Profeta<br />

e da 'Umar. La consuetudine era genuinamente araba, la tintura face vasi<br />

con una pianta araba, ed il Profeta, e dopo di lui anche 'Umar, tollera-<br />

rono ogni uso arabo, che non fosse troppo manifestamente una negazione<br />

del monoteismo. I loro maggiori divieti furono contro l'idolatria e contro<br />

r importazione di usanze straniere che potevano compromettere il mono-<br />

teismo islamico e il carattere nazionale arabo della comunità musulmana.<br />

Quanto al modo di vestire adottato dal Califfo è bene andar più guar-<br />

dinghi nell'accettare il contenuto delle tradizioni. Pare che il Profeta, e<br />

dopo di lui anche 'Umar, fossero contrari al grande lusso nel vestire: il<br />

divieto dell'uso della seta, tramandato dalla tradizione, e che, io credo, real-<br />

mente rimonta sino al Profeta, devesi intendere non tanto come un odio<br />

contro il lusso in sé, quanto perchè la seta era un prodotto straniero ed<br />

i vestiti di seta, fatti all'estero, erano gale e manifestazioni di eff'emina-<br />

tezza estera che non andavano a genio del Profeta ; gli erano invisi come<br />

il vino e per analoghe ragioni (cfr. 14. a. H., §§ 237 e segg.). Non ci con.sta<br />

che il Profeta vestisse molto poveramente, e perciò quelL- tradizioni che voi-<br />

rebberu attribuire al Califfo 'Umar una semplicità di gusti ed un modo di<br />

vestire ancora più umile del Profeta stesso, sembrano esagerazioni posteriori.<br />

È certo che Maometto mise un'attenzione speciale a conservare la consue-<br />

tudine araba nel vestire, ma parimenti ci consta dall'istituzione dei lavacri<br />

purificatori, dalla sua ripugnanza per i cattivi odori e per le pietanze condite^<br />

467.<br />

della sua vita e<br />

del suo califfato.!

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