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Annali dell'Islam

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23. a. H.<br />

I 518. 23. a. H.<br />

§ 518. — La risposta a tali quesiti presenta innumerevoli difficoltà,<br />

biemi del cahf- t'*^ 'g quali alcune forse nessuno potrà mai superare. È manifesto infatti<br />

fato di Umar b.<br />

^^.\^Q^ dovendo limitare il nostro esame al solo regno di 'Umar, non può<br />

essere nostro compito il descrivere come furono definitivamente risoluti<br />

i problemi che ,si affacciarono ai sovrani del novello impero arabo; ma<br />

e' incombe un dovere più arduo e delicato, cioè di fissare soltanto quanta<br />

parte di questo problema ebbe una soluzione provvisoria vivente 'Umar,<br />

e quali istituzioni furono proprie del suo califfato. Gli Arabi avevano, è<br />

vero, già nei primi tempi, un testo sacro con parecchie disposizioni di<br />

natura giuridica, ma queste erano appena sufficienti alla vita nel deserto,<br />

e del tutto manchevoli, quando ai legislatori arabi si affacciarono le infi-<br />

nite complicazioni e le inti'icate necessità d'una vita civile in coudizioni<br />

assai superiori e del tutto diverse da quelle nell'interno d'Arabia. Non vi<br />

era inoltre paragone possibile tra la semplicità patriarcale della vita nomade<br />

nel deserto, e la complicata società civile degli imperi sottomessi.<br />

Da siffatto squilibrio nacque di necessità un processo di adattamento, un<br />

vero moto evolutivo, mercè il quale l' Islam, con l'opera di uomini di stato<br />

(per la pratica) e dei suoi giuristi (per la teoria), tentò rimediare alle<br />

proprie deficienze, smussare le asperità barbariche, colmare le enormi lacune<br />

nelle proprie istituzioni pubbliche e private, perfezionare quelle parti lasciate<br />

imperfette dal fondatore, e creare di sana pianta quelle mancanti, foggian-<br />

dole, per quanto ei-a possibile, da una parte in conformità del testo sacro<br />

quranico, dall'altra in rapporto alle esigenze dei popoli conquistati. Av-<br />

venne così un doppio moto evolutivo e trasformatore, l'uno dei conquista-<br />

tori che modificarono i vinti, ed imposero ad essi nuove usanze, nuove<br />

leggi ; e l'altro in senso inverso dei vinti che profondamente modificarono<br />

i loro conquistatori, in particolar modo quando convertendosi alla nuova<br />

religione, portarono in grembo ad essa idee, tendenze, consuetudini, pregiu-<br />

dizi, aspirazioni e bisogni morali sconosciuti al fondatore dell' Isiàm ed ai<br />

suoi primi seguaci.<br />

Le due correnti di attività umana nel fondersi insieme e nel com-<br />

battersi produssero in fine uno stato di cose che, già nel secondo secolo<br />

della Higrah, era profondamente diverso da quanto esisteva nei primordi<br />

dell' Isiàm. Parallelamente ad uno sviluppo materiale, effettivo, di forze<br />

umane, che vennero tra loro nel ii secolo della Higrah ad un accomodamento<br />

pratico, si svolse l'altro processo di natura puramente teorica, vale a<br />

dire la codificazione del diritto islamico nelle grandi scuole tradizionistiche,<br />

che furono le forze generatrici del diritto e della teologia musulmana. In<br />

queste scuole gli spiriti cólti, dallo studio appassionato del testo sacro e<br />

282.

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