Annali dell'Islam

I e
23. a. H.
condizioni fi-
scali delie Provincieconquista-
te al principiodel
dominio arabo,
e in particolare
sotto il regno di
'Umar.l
§ m;». 23. a. H.
sui quali ora fonrlato il diritto musulmano, si misero all'opera poggiandosi
SII tradizioni orali già molto travisate da spirito di jìarte; a ciò si aggiunga
< he essi stesai non poterono neanche totalmente emanciparsi né dai pre-
concetti della loro generazione, nò da molti fatti ormai divenuti legge e
patrimonio comune, ma che non erano esistiti nei primissimi tempi dell'
Islam. Dacché la nuova fede poggiava tutta — teoricamente almeno —
su quello che aveva detto ed insegnato Maometto, fin dal principio di
questi studi i teorici, nel creare i loro sistemi, dovettero di necessità ricol-
legare, il pili che fosse possibile, gli ordinamenti esistenti con gl'insegna-
menti del Profeta. Maometto però aveva avuto in mente soltanto la società
musulmana di Madinah e dei dintorni, e i bisogni urgenti del momento:
le leggi immortalate nei versetti del Qur-àn erano assai poche in numero,
e rispecchiavano il ristretto orizzonte di Madinah. Alle esigenze infinita-
mente più complesse e numerose dei popoli civili caduti sotto il dominio
arabo, il Qur"àn non poteva dare che scarsa sodisfazione.
Insieme però col magro testo dell'immutabile Qur-àn, per fortuna
dei giuristi, erasi serbata memoria di molte cose fatte e di molti insegna-
menti dati oralmente dal Profeta, ma non conservati in iscritto. Questa
fu l'ancora di salvezza dei giuristi, i quali, non più vincolati entro gli
angusti limiti del Qur-àn, trovarono un campo sterminato in cui svolgere
la loro attività: in un secolo e mezzo di furiosi conflitti politici e di agi-
tata evoluzione sociale e giuridica, era venuta su una massa incalcolabile
di tradizioni per la massima parte apocrife, composte da una parte dai mille
partiti d'opposizione per attaccare il governo, e dall'altra dal governo e
dai suoi partigiani per difendere gli atti ed i decreti dei Califfi.
A queste tradizioni eransi aggiunte infinite altre: nate da altri bisogni
e per molti e svariati motivi, che non è qui il luogo di esaminare.
Eisulta quindi evidente e certo che i teorici ed i dotti, i quali ci
hanno tramandato i materiali per il nostro studio, non'erano più in grado
di dare notizie corrette ed imparziali di quello che avvenne ai tempi di
Maometto e dei suoi immediati successori, per ciò che riguarda l'ammini-
strazione dello Stato e la riscossione delle imposte. Le loro informazioni
sono inquinate principalmente dai tre seguenti fattori: primo, i loro pre-
concetti e pregiudizi personali, creati da divergenze di opinioni in ma-
teria dogmatica e politica e da passioni nazionalistiche, sia favorevoli sia
contrarie alla razza araba. Il socondo fattore assai importante era lo stato
di cose esistente ai tempi loro, stato di cose in cui era quasi impossibile
di distrigare l'antico e legittimo da quello che invece si aggiunse, direi
quasi, da sé, nel corso d'una rapida evoluzione di 150 anni. Il ferzo ed
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